La Cossatese dei sogni: vecchie glorie riunite 50 anni dopo la serie C

Stagione sportiva 1972-1973. I più avvezzi al mondo del calcio ripenseranno alla stagione del massimo splendore della Città di Cossato. L’A.S. Cossatese disputava il campionato di Serie C, in un calcio completamente diverso da quello contemporaneo. Chi ha giocato in quella squadra e ha fatto parte del gruppo ricorda i sacrifici, le battaglie sul campo, vittorie e sconfitte, i viaggi più e meno lunghi. Una condivisione di momenti e rapporti personali di memore durata che ancora oggi è presente e ha fatto sì che un gruppo di ex giocatori della Cossatese si sia riunito cinquant’anni dopo quell’indimenticabile esperienza in occasione degli auguri di buona Pasqua. Il luogo scelto per questa rimpatriata è Solcio di Lesa, comune di poco più di 2 mila abitanti sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Alcuni si chiederanno il motivo. La risposta è Bruno Padulazzi. Il defunto allenatore della Cossatese abitava lì; sedette sulla panchina per sette stagioni, non consecutive, e fu il grande protagonista dell’avvicinamento e del raggiungimento della Serie C. Lo ricorda particolarmente il capitano di quella gloriosa Cossatese, Guido De Girardi: «Cosa dire di mister Padulazzi, oltre ad essere una persona competente era come un padre. Avendo giocato nell’Inter aveva esperienza, ma era dotato anche di umiltà».

Il gruppo ha optato per una visita al cimitero e portato una composizione di fiori sulla tomba. Molti altri ricordi sono riaffiorati nel momento in cui gli ex calciatori hanno scelto di fare una passeggiata per Solcio, un po’ come sono soliti fare gli atleti nelle trasferte: si prende confidenza con il luogo esplorando e rendendosi conto di cosa si ha intorno. Alle parole di De Girardi si aggiungono quelle di Gianni Cavicchioli, allora dirigente della Cossatese dei sogni: «Il gruppo è sempre più grosso ed affiatato e dimostra che ai tempi eravamo davvero una realtà solida. È rimasto lo spirito di amicizia che andava oltre all’aspetto sportivo».

Ripercorrendo alcuni momenti salienti di questa favola calcistica e sportiva, la stagione 1971-1972 è il raggiungimento di un sogno. La Cossatese era impegnata nel campionato di Quarta Serie e concluse il campionato toccando quota 51 punti, un solo in più della Biellese, facendo registrare venti vittorie, undici pareggi e la miglior difesa con undici gol subiti. Era un’epoca in cui le vittorie valevano due punti, non tre come oggi. La squadra, che già riscuoteva successo tra gli appassionati e non solo, acquisì ulteriore prestigio, come ricordano Cavicchioli e De Girardi: «Ogni domenica c’erano in media 2 mila persone a vederci. Anche a livello di giocatori la società assunse prestigio ed alcuni giocatori dopo quegli anni provarono esperienze più importanti».

È il caso di Paolo Sollier, che migra verso Pro Vercelli e Perugia; Ezio Cavagnetto, trasferitosi a Pro Vercelli, Como e Genoa tra le altre. La Cossatese è sempre stata una realtà che ha costruito progetti importanti partendo da basi umili.

In serie C la Cossatese concluse il girone d’andata al quarto posto, ma il girone di ritorno non fu indimenticabile, tanto da costare la retrocessione. La permanenza nella terza serie professionistica è durata purtroppo una singola stagione, ma nulla potrà mai cancellare la meravigliosa impresa dei ragazzi di Padulazzi. A Cossato è stata fatta la storia. 

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