La Soprintendenza blocca il nuovo ponte sull’Oremo
La disposizione: «Si mantenga quello che resta». La Provincia costretta alle contromisure: «Non possiamo permetterci tempi incerti»
Tecnicamente è un parere “non negativo”, quello della Soprintendenza ai beni architettonici sul progetto del nuovo ponte sul torrente Oremo. Nella pratica è uno stop che interrompe la corsa della Provincia al rifacimento del manufatto lungo la strada che collega Biella e Pollone, dopo che la piena di aprile ha reso inagibile quello originario. Iniziato nella prima metà dell’Ottocento e raddoppiato all’inizio del secolo scorso, è vecchio abbastanza per richiedere un parere tecnico-artistico sul suo destino. E quello della Soprintendenza, come ha spiegato il presidente della Provincia in una conferenza stampa convocata per la mattina di martedì 11, è stato un “non toccate nulla”: «Ci è stato chiesto che fosse mantenuta l’arcata sopravvissuta all’alluvione. Il che ci costringerebbe a una modifica completa del progetto che abbiamo presentato». E che si basava sulla demolizione di quello che restava per realizzare un nuovo attraversamento sullo stesso tracciato.
Scartata l’ipotesi di riprogettare tutto più a monte («Comporterebbe varianti di piano regolatore di tutti i Comuni interessati, con tempi lunghissimi») o peggio più a valle, cioè con la minaccia di un ponte pericolante a pochi metri in balia della prossima piena, un incrocio di veti ha fermato sul nascere la terza via, quella di restaurare il ponte esistente: «È la Regione a imporre, giustamente, che non vengano più costruiti piloni di sostegno sul greto di un corso d’acqua. Se lo facessimo» ha detto Ramella Pralungo «dovremmo chiudere il ponte al traffico a ogni allarme meteo».
Così la Provincia sta provando a seguire tre strade in contemporanea: coinvolgere l’ispettorato regionale della Soprintendenza perché cambi la decisione di quella interprovinciale, portare il provvedimento al consiglio dei ministri che ha ha il potere di superare i veti («Deve farlo nella prima seduta utile» ha detto il presidente, «ho già trasmesso i documenti al ministro biellese Pichetto e lo farò con il sottosegretario Delmastro») oppure, se fallissero entrambi i tentativi, variare il progetto con un ponte che scavalchi senza toccarlo quello pericolante, con un po’ di pendenza ai due lati del torrente per creare una sorta di arco. «Costerebbe all’incirca come quello che abbiamo previsto» ha detto Ramella Pralungo, aggiungendo: «Questa situazione è una stortura? Credo di sì. Ma il territorio e la valle Elvo non può permettersi di restare in una situazione indefinita con tempi incerti per riavere la strada». Nel frattempo, continua a funzionare l’attraversamento provvisorio a senso unico alternato, una scelta che il presidente oggi trova «più giusta che mai».
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