La spedizione del Club Alpino e del Cnr. Antartide, e finalmente è terra...

Le immagini di Puerto Williams e della Ice Bird.

Gli alpinisti che portano il simbolo di Biella Città Creativa nel "Sesto Continente" raccontano in esclusiva per il nostro giornale la difficile traversata dello Stretto di DrakeDopo cinque giorni di navigazione hanno quasi terminato la traversata dello stretto di Drake, tra uno sballottamento e l’altro. Hanno incontrato le prime balene e i primi iceberg di grosse dimensioni. Lo spettacolo davanti al quale si sono trovati ha un qualcosa di «maestosamente primordiale». L’alpi- nista biellese Gian Luca Cavalli, con i suoi compagni d’avventura, il genovese Marcello Sanguineti e il bellunese Manrico Dell’Agnola, è a bordo dello yacht australe Ice bird. I tre costituiscono il team della Antartic Expedition, spedizione promossa dalla sezione di Biella del Club alpino e dal Con- siglio nazionale delle ricerche (Cnr). «Il viaggio ci ha messo alla prova fra nausea, mal di testa e sindrome da claustrofobia. Ci siamo or- ganizzati in tre gruppi da tre (Sullo yacht ci sono anche degli scialpinisti americani, ndr.) per un totale di otto turni di guardia al giorno, da tre ore ciascuna. Bisogna fare le pulizie, cucinare, tenere il libro di bordo, spostare le vele, controllare la presenza di iceberg, compattare i rifiuti e tante altre cose che a terra sarebbero banali, ma, lette- ralmente impacchettati in questi pochi metri cubi, sono decisamente pesanti...Il tutto cercando di te- nersi in equilibrio mentre le onde fanno a gara per buttarti a terra e procurarti un bernoccolo» racconta Marcello Sanguineti nel messaggio che invia in esclusiva a “il Biellese” attraverso il satellitare. «Dopo ogni turno di tre ore si riposa per sei ore, letteralmente incastrandosi nelle cuccette. Quando ci si corica si maledice il fatto di dover fare il con- torsionista per stare coricati, quando ci si alza si maledice il fatto di dover iniziare a fare l'equilibrista per stare in piedi... Chi è di turno deve essere pronto a indossare i giubbotti di sicurezza per uscire in caso di necessità, assicurandosi con longes e moschettoni alle funi di sicurezza che corrono tutto intorno alla barca. Olly, il capitano, ci ha in- segnato molte cose, anche tecniche, così ciascuno di noi può leggere gli strumenti, fare qualche ma- novra e contribuire alla riuscita della traversata. Non vediamo l'ora di mettere piede a terra, o, meglio, sul ghiaccio: l'idea di poterci sdraiare in una tenda e trascorrere una notte decente non ci fa stare più nella pelle. Così come quando si trascorrono tanti giorni in tenda non si vede l'ora di coricarsi su un letto, dopo queste giornate di navigazione la tenda è una sorta di miraggio! Quello che vorrei in questo momento? La mia fisioterapista e osteopata Laura, l'unica che sarebbe in grado di mettermi a posto la schiena». Gian Luca Cavalli scrive: «Mi risuonano come un mantra le parole di Ferdinando (Ferdinando Botto l’amministratore delegato del lanificio Botto Giuseppe e sponsor della spedizione): "sei sicuro di voler attraversare lo stretto di Drake?" Me lo ha chiesto cinque o sei volte... in qualche momento mi sono pentito di non avergli dato ascol- to». Infine Manrico Dell’Agnola: «Condivido il pensiero di Marcello: grande noia e gran mal di schiena, speriamo bene. Ora la traversata è quasi terminata e, fra poche ore, saremo in Antartide». L’ultimo aggiornamento era del 2 gennaio. Partiti da Ushuaia, in Argentina, sullo yacht australe Ice bird hanno dovuto fare sosta tecnica a Puerto Wi- liams. Scriveva da lì Gian Luca Cavalli scriveva: «La burocrazia relativa ai permessi necessari da parte del Cile ci ha costretti ad attraccare». Problemi che, lo dimostrano i messaggi arrivati ieri, sono stati risolti. A terra si sposteranno con slitte trainate da loro stessi e sci per esplorare l’interno e dirigersi a scalare alcune montagne ancora “vergini”. Gian Luca Cavalli con i colleghi Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola, tutti accademici del Cai, do- vranno anche effettuare alcuni campionamenti per conto del Cnr. Obiettivo della spedizione è studiare la contaminazione da microplastiche nei ghiacciai dell’Antartide. I tre alpinisti testeranno anche i nuovi capi di abbigliamento tecnico realizzati dal Lanificio Botto Giuseppe con un innovativo tessuto in pura seta, Cocoon. La spedizione è patrocinata anche dal Club alpino italiano centrale, dalla Città di Biella e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Con Cavalli raggiungerà l’Antartide anche il Terzo Paradiso del maestro Pistoletto, simbolo di Biella Città Creativa Unesco.

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