La storia. Ricoverato in ospedale per 74 giorni: «Ho trovato un’umanità straordinaria». Il racconto del signor Renato

È rimasto 74 giorni in ospedale per una leucemia cronica. E adesso che è stato dimesso e sta affrontando la convalescenza all’istituto Belletti Bona Renato Mosconi, 70 anni, racconta la sua storia e spende parole di elogio per chi lo ha avuto in cura, per chi lo ha seguito giorno dopo giorno in un passaggio particolarmente delicato e complicato della sua vita.
«Sono entrato in ospedale il 21 dicembre» racconta. «Era già da qualche settimana che mi sentivo stanco e faticavo a respirare. Ma quel 21 dicembre la situazione è peggiorata, non riuscivo a muovermi, ad alzarmi dal divano. Così ho chiamato il 118. Mi hanno portato in Pronto soccorso e da lì nel reparto di oncologia dove mi hanno sottoposto ad alcuni esami che hanno evidenziato la malattia. I primi sono stati giorni terribili: a Natale ho avuto addirittura un collasso, hanno dovuto togliermi il liquido dai polmoni tre volte facendomi una toracentesi». Renato ha cominciato una terapia molto dura. «Una cura sperimentale, in arrivo dagli Stati Uniti, simile alla chemioterapia ma meno invalidante e senza effetti collaterali» dice. «Ma non è solamente l’aspetto medico che mi ha colpito della mia esperienza: sono stati i rapporti umani. Voglio ringraziare sia il dottor Francesco Vassallo, che mi ha curato e continua a seguirmi ancora adesso, sia gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. Sono sempre gentili, presenti e disponibili per ogni piccola evenienza. Dicono che è il loro lavoro, ma è un lavoro condito da tanta umanità, un contatto costante e assiduo con i pazienti per farli sentire meglio dal punto di vista del morale prima che  medico. Il giorno che sono stato dimesso sono venuti tutti ad abbracciarmi e mi sono commosso».
Renato, che era un fumatore, ha dovuto chiaramente smettere di fumare. Per adesso vivrà al Belletti Bona e continuerà ad andare in ospedale tre giorni alla settimana per continuare con la terapia: «Non sono in grado di abitare da solo. Per ora sono al Belletti Bona, poi vedremo. L’obiettivo dei medici è riuscire a stabilizzare la mia malattia, abbassare il numero di globuli bianchi e riportarlo entro parametri normali. Per il momento dovrò continuare a sottopormi a questa cura tre giorni alla settimana, poi vedremo se ci saranno dei miglioramenti. Sono fiducioso e a darmi forza sono stati anche medici, infermieri e oss dell’Asl, che hanno illuminato con la loro umanità incredibile una fase particolarmente buia della mia vita».

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