La testimonianza. Avvocati bloccati negli Usa per la paura del Coronavirus

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Gaia Garbellotto e Luca Bertagnolio erano a New York con una delegazione istituzionale Il loro volo è stato il primo rimasto a terra. Sono rientrati ieri in una Malpensa “deserta”Sono rientrati a Biella nella tarda mattinata di ieri Gaia Garbellotto e Luca Bertagnolio componenti di una delegazioni istituzionale dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) in visita a New York. Avrebbero dovuto rientrare un giorno prima ma il loro volo è stato il primo dell’American Airlines a restare a terra, ancora prima che la compagnia assumesse la decisione di sospendere ogni volo con Milano fino al 24 aprile. «Siamo atterrati ora. In una Malpensa spettrale — l’aeroporto è deserto — ci hanno sottoposto al controllo della temperatura» dice a “il Biellese” l’avvocato Garbellotto. La psicosi “coronavirus” negli Usa è scoppiata solo venerdì dopo che si era registrato anche lì un primo morto per conseguenze dell’infezione provocata dal patogeno Covid-19. La decisione di bloccare l’aereo più che dalla paura che i passeggeri italiani potessero essere infetti è stata dovuta al timore, da parte dell’equipaggio, di dover trascorrere poi tre giorni di fermo a Milano. «Abbiamo assistito ad un vero e proprio ammutinamento da parte dell’equipaggio. Avevano già aperto l’imbarco e il gruppo prima di noi era già nel corridoio d’imbarco. Poi abbiamo cominciato a sentire hostess e steward a litigare tra loro. Ci avevano già controllato il passaporto ma non ci hanno più fatto passare. Non ci dicevano più nulla e ci hanno respinto con maniere piuttosto brusche» racconta Luca Bertagnolio. Il gruppo di avvocati era costituito da una ventina di professionisti e oltre a loro, a dover imbarcarsi su quel volo, c’era un altro centinaio di italiani. «Ci hanno poi detto che il volo era stato cancellato e come in altri casi la compagnia ci ha dato un voucher per l’albergo» dice Garbellotto. I due legali biellesi, insieme ai colleghi sono poi stati ospiti del console per il pranzo. A riportarli in Italia è stato ieri un volo dell’Alitalia, un volo comunque semivuoto che racconta della crisi del trasporto aereo generata dal rischio epidemia. I due avvocati raccontano di un clima ancora in parte tranquillo fino a venerdì: «Le notizie sull’epidemia erano relegate nei tg in coda. In effetti però un campanello d’allarme era stato il vederci annullare la visita a un importante studio associato e poi quelle battutine dei tassisti non appena capivano che eravamo italiani». Per il resto il programma di visite è stato rispettato e i giovani legali hanno potuto essere accolti dalla delegazione permanente all’Onu, nel Palazzo di Vetro, dall’Istituto del commercio estero e dal Consolato.

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