L’abbraccio a padre Domenico: la festa di Spolina dopo due anni

Il frate cappuccino è tornato dopo due anni per condividere il traguardo del suo 80° compleanno insieme alla comunità con cui ha trascorso 30 anni

Può sembrare scontata l’immagine di una festa in famiglia per descrivere l’iniziativa di domenica nella chiesa di Spolina, quando padre Domenico Serena è stato accolto dai parrocchiani per festeggiare insieme il suo 80° compleanno. Ma l’attesa di trascorrere una domenica insieme al frate cappuccino che per trent’anni ha guidato la comunità francescana era talmente intensa da potersi riferire a un caro parente.

Da due anni padre Domenico vive a Torino: da allora il convento dei frati cappuccini di Spolina non ospita più confratelli, chiamati a portare il loro servizio altrove dopo più di 50 anni di presenza. Dei tanti anni trascorsi a Cossato è rimasta la vivacità dei parrocchiani che continuano a far vivere il centro parrocchiano con la guida di don Fulvio Dettoma, parroco dell’Assunta, anche lui presnete alla festa per padre Domenico. Il frate ha celebrato la messa, ringraziando la comunità per aver desiderato di festeggiare con lui questo traguardo: «Grazie per il “desiderato invito” che mi avete rivolto: è il Signore che mi ha riportato alla Spolina per vivere con voi il ricordo dei miei 80 anni di vita, dei 50 anni di sacerdozio, che ho ricordato il 24 giugno del 2022, e, prossimamente, dei 60 anni di vita religiosa francescana cappuccina, 30 dei quali vissuti qui, alla Spolina di Cossato. Grazie, Signore, che ci hai dato questa piccola ma grande chiesetta della Spolina: per me è la Porziuncola del Biellese, cambia solo nome, non è dedicata alla Madonna degli Angeli di Assisi, ma alla nostra cara Madonna di Oropa. La nostra chiesetta, costruita molti anni fa, ha ripreso un nuovo volto in questi ultimi anni, con la collaborazione di alcuni benefattori che volevano un segno francescano più evidente alla Spolina». E ha proseguito nella sua omelia: «Il Signore aspetta che viviamo nel nostro oggi l’entusiasmo evangelico del giovane di Assisi, il povero ma grande Francesco. Di fronte a questo richiamo dobbiamo sentire la necessità di essere santi per portare avanti una nuova evangelizzazione in un mondo che cambia velocemente. Il Signore ci sarà vicino, in modo particolare nelle persecuzioni e nelle difficoltà: senza croce non si può vivere. Per un cristiano la gloria più grande è assomigliare a Cristo, e Cristo crocifisso. San Giovanni Paolo II dalla gloria dei santi grida a noi: “non abbiate paura!”. Solo la fede restituisce a un mondo secolarizzato il soffio vitale dello Spirito».

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