L’addio di Parigi a Nino Cerruti. Giovedì scorso la commemorazione

Anche Parigi ha voluto salutare Nino Cerruti. La capitale, dove scelse di aprire la sua prima prestigiosa boutique nel 1967, nel cuore degli Champs-Elysees, gli ha reso omaggio a un passo dalla sua Maison, nella solenne chiesa della Madeleine che sovente frequentava quando si trovava nella capitale. In sua memoria è stata celebrata una messa accompagnata dalle note di Bach, voluta dal brand francese, condivisa dalla famiglia e dallo stesso Lanificio. Una cerimonia toccante, fatta di nostalgia e leggerezza allo stesso tempo, dedicata “a un uomo di talento, a un designer rivoluzionario, che ha saputo anticipare i tempi. Un filosofo del vestire al quale ognuno, nel mondo del fashion deve tantissimo, fin da quando creò la sua casa di moda”. Malgrado l’aria densa di preoccupazione, in questi giorni tragici segnati dalla guerra, non sono voluti mancare all’appuntamento i suoi collaboratori più stretti, le persone a lui più affezionate, legate da una stima sincera: lo staff al completo di Cerruti 1881, designer, storici clienti, la direttrice che per 38 anni presidiò la sua boutique, il giornalista Charles Villeneuve con il quale, una volta al mese lo stilista si incontrava a colazione per essere aggiornato sulla storia della Francia e per discutere sugli avvenimenti politici del XX secolo. Persone che lo avevano conosciuto e apprezzato, che lo hanno ritratto come un uomo curioso, raffinato e giocoso al tempo stesso.
Non è voluta mancare Veronique Nichanian, direttore creativo di Hermes Uomo, che proprio con Nino Cerruti, giovanissima, aveva mosso i suoi primi passi nel mondo della moda: un’amica prima di tutto e oggi una donna di talento.
E nel banco che recava la scritta “Les amis de l’Italie” insieme all’assessore Barbara Greggio, vestita della fascia tricolore, c’era un commosso gruppo di biellesi. A distanza di due mesi dalla sua scomparsa, all’imprenditore laniero sono stati dedicati tributi toccanti tutti raccolti in una piccola pubblicazione in bianco e nero distribuita in chiesa, dominata dalle sue fotografie. La celebrazione, iniziata alle 15 di giovedì e guidata dal maestro di cerimonia della Madeleine, è stata scandita dalle preghiere e dall’intervento di chi ha voluto portare la sua testimonianza all’altare. Davvero commovente la lettura di una poesia di Charels Bukowsky, “Style” da parte di un artista che aveva iniziato la sua carriera fotografando le collezioni della Maison. Poderosa l’omelia di Padre Bruno Horaist, ispirata all’abito e intrecciata alle sacre scritture. Partendo da Adamo ed Eva, passando per le Nozze di Cana e per il mantello di San Martino donato a un povero, il prete ha spiegato come l’abito sia un’espressione intima della persona, non solo per ostentare ricchezza. Mentre parlando dello stilista come di una persona eclettica e cortese, lo ha definito “Il signore della moda lungo il ventesimo secolo”. Tutti i partecipanti, insomma, hanno vissuto l’evento come un momento solenne e commosso, come un’occasione per ricordare con grande stima ma pure con un tocco di ironia, una persona che per molti è stata una guida oltre che un imprenditori visionario con il quale è stato condiviso un pezzo di vita. Fiori bianchi adornavano l’altare, la chiesa era gremita. All’ingresso uno schermo sul quale passavano le immagini più belle del Signor Nino.Nell’invito spedito da Cerruti 1881, tuttavia spiccava la suggestione, da parte della Maison, di “non mandare fiori ma di donare contributi in favore delle scuole e degli istituti che preparano i giovani a entrare nel mondo della moda”.
Un’attenzione che Nino Cerruti ha sempre avuto verso il futuro di un comparto del quale è stato grande visionario e antesignano. Come a Biella anche a Parigi si è compiuto “Un gesto di rispetto e d’amore verso un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a luoghi, resi grandi dalla sua creatività”.

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