L'ultimo saluto a Pier Giorgio Vigna, il meccanico delle auto d'epoca

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Oggi a Gaglianico l'ultimo saluto a Pier Giorgio Vigna, il meccanico delle auto d'epoca, atteso questa mattina per l'ultimo saluto da una Ferrari Modena 360.

Venerdì è mancato all’affetto della sua famiglia, Pier Giorgio Vigna, meccanico biellese, molto conosciuto in città. Svolgeva il suo lavoro, con il figlio Andrea, nell’officina di viale Macallè 45, che per tutti era l’autofficina “dal Giorgio”. Al temine dei suoi studi classici in cui apprese la sua materia preferita, il latino, Pier Giorgio, decide di accettare nel 1962, la prima proposta di lavoro offertagli nell’autofficina di Nazareno Fren, altro personaggio molto conosciuto nel Biellese, esperto preparatore ed elaboratore di motori.
Giorgio ha dedicato tutta la sua vita al mondo dei motori, il suo parco assistenza, durante le manifestazioni, anche fuori porta, era sempre pronto ad intervenire e a risolvere i guasti ma soprattutto a prevenirli. Le sue esperienze, dalla Formula Uno, ad Osella. È stato un punto di riferimento per i suoi clienti e sempre presente in occasione delle competizioni di automobilismo più importanti, dove sono stati raggiunti grandi risultati. Chi lo ha conosciuto, non lo dimenticherà sia per le sue capacità nel lavoro, che per la sua disponibilità. Un meccanico come pochi, in via di estinzione, perché oggi, almeno per ora (chissà), l’elettronica si è imposta sulla meccanica. La sua autofficina era avvolta e lo è ancora, da una atmosfera senza tempo; insieme al figlio Andrea, si occupava prevalentemente della manutenzione e riparazione di auto storiche e d’epoca e di auto da preparare per gare di vario genere. Le auto storiche, d’epoca, le sue preferite! Le auto con le marce manuali, con le chiavi, che se la perdevi, bastavano pochi euro per farne un duplicato e ripartire, senza lunghe attese. Le auto, quelle condotte dal pilota, quelle guidate, quelle che apri il cofano, dentro c’è tanto spazio e dal suono del motore, puoi comprendere cosa c’è che non va e spesso rimettere tutto a posto, senza troppe storie. Se il pezzo non si trova, lo si ricostruisce, sino a quando, chi come Giorgio, ne sarà capace e avrà voglia di farlo o di imparare come si fa. Era un esperto nel suo settore, conosceva tutti i segreti e i capricci sui motori di quelle automobili che hanno segnato la storia dell’automobile. Un vero appassionato, anche di rally, è riuscito a trasmettere la sua passione ai figli maschi Andrea e Luca e alle figlie Elisabetta e Barbara. Tutti i fratelli ricordano di aver imparato a camminare tenendo la mano del babbo e della mamma in pista. Sapeva esserci al momento giusto, un buon meccanico e un buon Amico per molti! Brontolone, e solo apparentemente un po’ burbero ma in realtà, possedeva un cuore generoso e disponibile. Il 30 agosto ha raggiunto il traguardo dei suoi 74 anni, e dopo un anno in cui la salute lo aveva abbandonato e in cui non poteva più dedicarsi al suo lavoro, si è addormentato e ha iniziato il suo nuovo viaggio per raggiungere l’unica donna della sua vita, sua moglie, la sua amata “Contessa”, come la chiamava lui.
Con grande stima, voglio ricordarlo così:
Quando conobbi Pier Giorgio, “Il Giorgio”, ero una giovane ragazza neopatentata, passata dalla guida del motorino alle quattro ruote, con tanta voglia di guidare. Ogni tanto però ci si deve fermare e dedicare cura a ciò che possediamo per evitare di restare a piedi.  Ricordo la prima volta che mi recai nella sua autofficina, su consiglio della mia famiglia. Bussai sui vetri e  vidi la sua espressione severa, così pensai che forse avrei potuto lasciar perdere e andare via. Poi la porta si aprì, io entrai con la mia auto, parcheggiai con sole due manovre e la sua espressione cambiò. Mi fece un bel sorriso, riuscì a farmi un complimento per la mie manovre senza usare una parola, soltanto con la sua espressione compiaciuta. Tu c’eri, c’eri sempre anche se protestavi. Tu c’eri, eri l’amico che tutti vorrebbero avere. Eri l’Amico che non ti lascerebbe mai a piedi e in mezzo alla strada. Sei stato, e sarai sempre il nostro meccanico. Ti ricorderemo quando ci venivi incontro vestito con il tuo grembiule blu e la penna nel taschino. Ti ricorderemo per i tuoi lunghi silenzi prima di farci capire che tu, una risposta al nostro guasto, la avevi già perché ci avevi sentiti arrivare e dal suono del motore, avevi già capito tutto, quasi sempre  andava così. Ti ricorderemo mimetizzato tra le tue auto, a volte si intravvedevano soltanto i tuoi capelli ricci, spuntare dal cofano. Non si sapeva mai se era il momento giusto per parlarti e dopo tuoni e fulmini e saette, tornava il sereno. Se fosse stato diverso, non saresti stato “Il Giorgio”. Ricorderemo il tuo sguardo dolce e orgoglioso, quando sei diventato nonno e il tuo desiderio di poter rivedere, un giorno, la tua compagna di vita, per essere di nuovo insieme, lontani da un mondo strano e spesso ingiusto, complesso. Nel 2016 sono venuta a cercarti per coinvolgerti in una mattana! Pensavo mi avresti fatta volare fuori dalla porta, invece accettasti con gioia l’invito di partecipazione al casting per girare alcune scene della fiction “Luisa Spagnoli”.  La produzione voleva solo le automobili d’epoca degli anni ‘20 ma non possono essere guidate da chiunque, e così nella scena del film, sul set, ci finisti anche tu, al volante della Rossa Fiat 501 del 1924. I tempi di attesa tra una scena e l’altra sul set, erano lunghi e tu ti annoiavi a non fare nulla e per non perdere tempo, rispondevi alle telefonate dei tuoi clienti che ti cercavano perché la loro macchina si era rifiutata di partire. L’aiuto regista ti venne a cercare diverse volte, ti chiamava per girare le scene e tu gli rispondevi: “Un attimo, calma, sto lavorando!” Al termine delle riprese, mi hai poi portata su e giù, a bordo della rossa e rumorosa Fiat 501, davanti alla tua officina. Il rumore del motore era assordante e per capire cosa ci stavamo dicendo, urlavamo a squarciagola. Incollato a quel volante, eri felice di poter condividere la tua passione con chi riusciva ad apprezzarla. Ci sono voci e persone di cui non perderemo mai memoria, amici e persone care che quando ci lasciano è come se ci mettessero in attesa del loro ritorno. Le loro sedie ora sono vuote, ma sai che nessun altro potrà occupare il loro posto. Giorgio, a squarciagola ti dico, che ci mancherai tanto!

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