Medaglia d'onore all'onorevole Delmastro per la legge sul Genocidio in Armenia

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È stata conferita lunedì scorso all'On. Andrea Delmastro delle Vedove dal presidente dell'Assemblea Nazionale della Repubblica di Armenia Ararat Mirzoyan la medaglia d'onore per i meriti parlamentari per l'approvazione della Legge sul Genocidio armeno, che ricorda le deportazioni e le brutali eliminazioni perpetrate dall'impero ottomano tra il 1915 e il 1916 che causarono la morte di 1.500.000 persone. «La Turchia ha sempre avuto un atteggiamento negazionista sino al punto di svolgere pressioni diplomatiche affinché gli Stati non riconoscessero il Genocidio Armeno. Quest'anno - a distanza di più di 100 anni - l'Italia ha riconosciuto il Genocidio del popolo armeno ad opera dei Turchi.


È stato un gesto di civiltà e verità storica nei confronti del popolo armeno, ma anche un momento di orgoglio nazionale, avendo saputo anteporre la verità storica a ragioni di prudenza diplomatica e avendo respinto le pressioni diplomatiche turche» spiega Delmastro.




«Ricordo - chiosa l'On. Andrea Delmastro - l'intensa attività diplomatica della Turchia nei giorni dell'approvazione della legge sul genocidio armeno che indusse taluni gruppi parlamentari a repentini cambiamenti di opinione e ad un atteggiamento più tiepido rispetto alla verità storica del genocidio. Sono orgoglioso di appartenere al gruppo di Fratelli d'Italia che mi concesse  di denunciare l'intensa attività della diplomazia turca in aula e di precisare in aula che il Sultano Erdogan, contrariamente alle sue opinioni, avrebbe trovato fieri rappresentanti del popolo italiano in Parlamento e non eunuchi del Topkapi».






E ancora: «Il tardivo riconoscimento del genocidio armeno ricuce una ferita straziante nella memoria collettiva del popolo armeno, ma, soprattutto, è un monito perché certe aberrazioni non si ripetano e perché la Comunità Internazionale non faccia mai più finta di non vedere e non sapere: due moniti oggi più attuali che mai alla luce dell'unilaterale aggressione della Turchia ai danni della libera ed indipendente Siria e del popolo curdo che è stato al nostro fianco nella lotta a Isis e al jihadismo».



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