Mucche e equini all'Alpe Peccia: «O scendono ora o moriranno»

Alpe Peccia, 1368 metri, 5 gradi di media a mezzogiorno, e due di notte.
«O le 101 mucche che bivaccano in alpe scenderanno a valle entro la fine della settimana, o sono destinate a morire». Il sindaco di Pettinengo Gian Franco Bosso ha trascorso la domenica a riscrivere a tutte le istituzioni, Asl di Biella, Carabinieri Forestale di Biella e Pray, sindaci di Valle San Nicolao e di Suno, Procura della Repubblica e Prefettura di Biella, per lanciare un ennesimo sos sulla sorte dei 101 bovini alla Peccia, e degli equini (sono 73), in territorio di Valle San Nicolao. Il sindaco non è più il “tutore“ legale della mandria dal 23 settembre perché gli animali, prima posti sotto sequestro e affidati alla sua responsabilità, sono tornati sotto la “cura“ del proprietario, un margaro residente nel comune di Suno, ma assente dal giorno della transumanza.
«Non posso comunque smettere di preoccuparmene» spiega Bosso «in- tanto perché sono sul territorio di mia competenza, e poi perché queste povere bestie mi fanno davvero pena. E non c’è più tempo da perdere». Una volta alla settimana il sindaco sale all’Alpe, e quasi ogni giorno tele- fona al margaro, ricoverato in ospedale da un mese, per sollecitare il trasferimento a valle. «Ho ricontattato il margaro: mi ha detto che fino al 12 ottobre nessuno potrà riportargli gli animali nelle stalle. Se non si troveranno alternative la vedo durissima. Per questo continuo a scrivere alle istituzioni, e persino alle associazioni animaliste. Se queste conoscono qualcuno disposte al trasporto dei 171 animali si facciano avanti».
La storia delle mucche e dei cavalli abbandonati è arrivata anche in tivù, e le associazioni a difesa degli animali, LAV, LNDC Animal Protection, OIPA, Progetto Islander e Vita da Cani, hanno presentato una nuova denuncia chie- dendo contestualmente un nuovo sequestro preventivo degli animali. «Tutto sacrosanto, ma non capisco perché nel loro comunicato mi accusino di sottovalutare la situazione» ribatte Bosso «Ho scritto anche a loro perché la situazione è radicalmente diversa da come la descrivono. Per altro mi risulta, e ne sono certo, che nessuno di questi volontari sia mai salito all'Alpe Peccia né abbia mai visto le condizioni dei bovini, né all'arrivo degli stessi, né durante le varie fasi della loro permanenza all'Alpe. Forse non sanno neppure dov'è l'Alpe Peccia». Le foto allegate dalle associazioni per testimoniare lo stato d’incuria dei capi di bestiame sono state un involontario “scivolone“. «Quelle fotografie, che ho anche sul mio cellulare, risalgono all’arrivo all’Alpe degli animali, il 14 luglio scorso» precisa il sindaco «Erano già in condizioni fisiche precarie, autorizzati a venire all'Alpe dall'ASL di Novara. Alcuni bovini non sono sopravvissuti al viaggio, in particolare 4 vitelli. Ma durante la permanenza al- l'Alpe si sono ben ripresi con l'erba e l'acqua a disposizione, e ho vissuto personalmente l'evolversi delle cose andando ogni settimana su all'Alpe, cosa che non si può fare dal divano di casa. Fino a una settimana fa la situazione era se non soddisfacente quanto meno accettabile. Sono deceduti "solo" 3 bovini in 2 mesi, che è un livello fisiologico addirittura inferiore agli standard per quelle aree scoscese e impervie. In ogni caso sono in una situazione decisamente migliore di quando sono arrivati all'Alpe». E ripete: «Questo non significa sottovalutare il problema, ma mettere in fila i fatti». Gli animali ora però devono scendere a valle. «E’ urgente condurre gli animali in stalle adeguate perché adesso c'è veramente il rischio di una moria a causa delle temperature che scendono e della drastica diminuzione dell'erba». Il margaro non lo può fare. Conclude il sindaco Bosso: «Ripropongo una task force. L’obiettivo è trovare degli autotrasportatori per riportare gli animali a Suno. Il Comune di Pettinengo c’è, se ci sono suggerimenti siamo a disposizione».
DONATA BELOSSI

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