Nasce “Cenoira”: Caseificio Rosso e Birrificio Un Terzo alleati per il gusto

Sul menu il piemontese è la lingua ufficiale. E per un forestiero o per chi appartiene alla generazione dei millennials in poi, c’è pure da imparare qualcosa.
Ovviamente i prodotti celebrano il territorio, praticamente a chilometri “quasi” zero: stanno in vetrina, sugli scaffali e si lasciano gustare sui taglieri, nei boccali e nei calici. Non meno rilevante è la storia del locale, che si chiama “Cenoira” (come la celebre merenda d’antan), che affonda radici nel passato e chiude il cerchio di un’alleanza che profuma di Biellese goloso.
Affacciata in piazza San Giovanni Bosco, nel cuore di Riva, la scommessa di due produttori, il Caseificio Rosso e il Birrificio “Un Terzo”, si è riappropriata dello spazio una volta occupato da una storica latteria (poi diventata “Solletico Bar” in tempi più recenti) che dava continuità, durante la settimana, al mercato dei formaggi che si svolgeva proprio davanti alla chiesa di San Cassiano. Tempi lontanissimi. Ignoti per tanti quasi quanto il significato dell’insegna che invita gli estimatori della tradizione enogastronomica laniera a sedersi attorno al tavolo all’ora dell’aperitivo o il sabato e la domenica per una colazione robusta.
«Il filo logico della nostra attività è quello di animare il centro, ovviamente privilegiando prodotti locali» spiegano Enrico Rosso ed Enrico Terzo. «Ma volevamo anche promuovere una sinergia fra produttori biellesi. Caseificio e birrificio collaborano da oltre 10 anni, il primo esperimento insieme lo abbiamo fatto con il formaggio Margot, che è stato pluripremiato e ormai la nostra è un’amicizia collaudata».
O meglio un’alleanza fortunata, fra Rosso e “Un Terzo”, che nel 2018 aveva esordito in un analogo locale all’inizio di via Italia dove, anche in quell’occasione, si poteva- no gustare i vini, le birre i formaggi e i salumi made in Biella.
«Era stato un successo che purtroppo era durato solo sei mesi» proseguono.
«Poi qualche tempo fa abbiamo visto l’ex latteria con le serrande abbassate e ci è tornata la voglia di ricominciare. È bastata una telefonata. L’intenzione è quella di raccontare la nostra storia, la montagna, i tanti sapori che ci appartengono da sempre, non solo attraverso il servizio di ristorazione ma anche con serate culturali». L’Alperitivo è infatti stata una delle ulti- me iniziative, come gli incontri a tema per far raccontare ai maestri artigiani il loro mestiere. Il menu, non a caso, celebra il Picapere, il Magnan, la Tessioira, il Cadregat nell’elenco dei taglieri, mentre i panini farciti sono battezzati con un cordiale saluto: Cerea, Arveddse e Cum-a-lè, per esempio.
L’impresa è sostenuta da finanziatori biel- lesi che hanno creduto nella buona idea, e fra questi anche C.L.S. socio in ambito ristorazione in quanto già titolare di realtà come Villa Boffo e Binario Zero. In prima linea c’è inoltre Filippo Banino che gestisce il locale affiancato da due appassionate cuoche. Fra i fornitori compaiono Aglietti e La Bruera per salumi, affettati e carne, Mosca per le preparazioni gastronomiche, Marchetti per frutta e verdura, “La Balocchina” per il riso, Vallini per le fari- ne, “La Soleggiata” per succhi, mostarde e composte mela. E poi ci sono i vini de “La Masera”, Maccagno, “La Palazzina” e Tonon (il più distante) per il prosecco. Anche grappe e liquori ovviamente sono di casa, con “La Culma e “La Noce”, immancabile il Ratafià.
«Ci sembrava che in città servisse un approccio di questo tipo» concludono Rosso e Terzo. «Anche le ricette sono “di casa nostra” e raccontano il territorio, tutto quel che occorre per una merenda cenoira».
PAOLA GUABELLO

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