
Nelle parole di don Gnocchi il significato
del “Valore alpino”
Verso l’Adunata Il presidente dell’Ana Marco Fulcheri, cita il cappellanno fatto beato da Benedetto XVI. “Per gli alpini lo straordinario diventa ordinario”

Il 16 gennaio, si è celebrata, in Piemonte, la Giornata del Valore Alpino.
E nel giorno precedente la ricorrenza il presidente dell’Ana Biella Marco Fulcheri, con Alberto Ferraris dell’Adunata Alpini 2025 Srl., hanno fatto visita a Palazzo Lascaris al presidente del Consiglio regionale Davide Nicco. Al presidente sono stati illustrati tutti gli eventi in preparazione dell’Adunata numero 96 che si terrà a Biella a maggio. Sarà un evento che coinvolgerà tutta la Regione con importanti ricadute economiche. L’incontro è stata occasione anche per parlare dei valori del Corpo e che contraddistinguono gli alpini anche da congedati.
Sul significato del “Valore” alpino il presidente Marco Fulcheri dichiara: «Fin dall’antichità il termine “valore” è stato spesso utilizzato per identificare il merito ma anche la nobiltà morale di una persona oppure di una scelta che mettesse in evidenza la qualità di un individuo o di un gruppo. Un termine quello latino che emette in modo aulico una sentenza etica di estrema qualità. Gli alpini hanno sempre operato e lavorato affinché questa etica diventasse, in guerra come in pace, una bandiera di coraggio, di onestà, di condivisione e di solidarietà. Più di 150 anni di storia hanno determinato una caratteristica diventata di fatto un modus vivendi che ne riconosce il valore». Fulcheri cita importanti esempi. Don Carlo Gnocchi, cappellano militare degli alpini durante la Seconda guerra mondiale e che a seguito della tragica esperienza della guerra, si adoperò ad alleviare le piaghe di sofferenza e di miseria create da quest’ultima, beatificato da Papa Benedetto XVI, ebbe a dire “Per gli alpini lo straordinario diventa ordinario”. E ancora il tenente Carlo Vicentini, nel suo diario di prigionia in Russia Noi soli vivi, scriveva “Gli alpini sono capaci di trasformare qualsiasi cosa in uno strumento utile».
Il motto dell’Adunata poi, ogni anno, sottolinea i valori alpini. Per quella di Biella è stato scelto «Gli alpini sono portatori di speranza». Fulcheri: «Nelle parole di don Gnocchi e in quelle del tenente Vicentini vi è in sintesi il valore di un gruppo e di un corpo che è prima di tutto una famiglia cui l’aiuto e il sostegno reciproco non è solo un modo di dire ma anche uno stile di vita». Sempre Fulcheri spiega il perché della data del 16 gennaio. «Il 16 gennaio è stata istituita, grazie al Consiglio Regionale del Piemonte, questa giornata che ricorda un episodio della seconda guerra mondiale, quando sul fronte russo venne dato l’ordine di ripiegamento del Corpo d’armata Alpino che seppe spezzare l’accerchiamento delle truppe sovietiche e a carissimo prezzo permettere a migliaia di soldati di ritornare in patria. Determinazione, coraggio e abnegazione furono i valori di quelle giornate culminate a Nikolajewka il 26 gennaio 1943. Il ricordo di quello spirito e di quel sacrificio è vivo nel corpo degli Alpini e viene tramandato alle giovani generazioni perché comprendano che grazie a quello spirito nessun traguardo può essere precluso».
Al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio regionale gli è stato fatto dono di una bottiglia di “33” l’amaro alpino delle penne nere biellesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA