Ordinanze ovunque per vietare i botti di fine anno

I sindaci proibiscono come di consueto fuochi e petardi. Ma il problema è far rispettare il no: meglio appellarsi al buon senso

Biella ha un’ordinanza firmata anni fa, che continua a restare in vigore senza necessità di rinnovo anno dopo anno. Gaglianico ha allargato il divieto per tutto il periodo delle vacanze di Natale, fino all’Epifania. Gli altri Comuni hanno proceduto in ordine sparso, per essere in regola almeno dal punto di vista formale. In tutto il Biellese o quasi, nella notte che segna il passaggio da un anno all’altro non si potranno sparare petardi o accendere fuochi d’artificio. Ma come ogni volta, un conto è fissare le regole e un altro è farle rispettare. Ed è quello sempre il problema di ogni Capodanno.

Molte sono le ragioni per il divieto: la sicurezza innanzitutto, il pericolo di scatenare incendi (che vale anche per le lanterne cinesi, diventate di moda da qualche anno, che possono atterrare con la loro fiamma ancora accesa su tetti e alberi, e il benessere di cani e gatti. L’appello in questo caso è ripetuto all’unisono dalle associazioni animaliste ma anche da chi vive con piccoli amici a quattro zampe: le luci e soprattutto le esplosioni dei fuochi per molti di loro sono fonte di spavento e non è raro, nelle cronache del 1 gennaio, leggere di cani o gatti che si sono allontanati spaventati dalle loro case per la disperazione delle loro famiglie.

Alla fine, alzando bandiera bianca o quasi su controlli e sanzioni, meglio fare appello alla buona educazione e al rispetto. Lo dice, per esempio, anche la consigliera di Candelo Erika Vallera: «Esistono tanti modi alternativi e più civili di festeggiare, che non causano sofferenza né pericolo per nessuno.». Le multe non sono di poco conto peraltro: si va da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro. Ma sono punizioni che restano nella maggioranza dei casi solo sulla carta.

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