Ortopedia dell’Asl di Biella crocevia italiano della traumatologia del piede e della caviglia

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Al corso specifico organizzato dalla Struttura Complessa diretta dal dottor Walter Daghino hanno partecipato professionisti da tutto il PaeseNei giorni scorsi l’Ospedale dell’Asl di Biella è stato sede del corso teorico-pratico “Chirurgia dei traumi del piede e della caviglia”. Si è trattato dell’undicesima edizione di questa riunione scientifica, la prima a Biella visto che per dieci anni questa si era svolta al Centro Traumatologico Ortopedico (Cto) di Torino. Alle sessioni hanno partecipato dodici professionisti provenienti da tutta Italia, che hanno frequentato in presenza i lavori coordinati dal dottor Walter Daghino, Direttore della Struttura Complessa Ortopedia e Traumatologia biellese, sotto l’egida del Dipartimento di Chirurgia del Direttore dottor Claudio Pissaia.Il rilancio dell’Ortopedia e Traumatologia biellese parte quindi da un investimento in qualità professionale, sia attraverso la crescita di giovani specialisti sia tramite iniziative formative di livello nazionale, come in questo caso.Il corso, diventato nel tempo un appuntamento ambito dagli specialisti del settore perché unico nel panorama nazionale, dopo la pausa forzata del 2020 a causa della pandemia è stato riproposto mantenendo le caratteristiche peculiari che lo hanno reso noto e portato sempre a esaurire in anticipo i posti disponibili per i partecipanti.Come le precedenti, anche l’edizione 2021 ha ottenuto il patrocinio della Siot (Società italiana di Ortopedia e Traumatologia), della Sicp (Società Italiana della Caviglia e del Piede) e dell’Università degli Studi di Torino – Scuola di Specializzazione Ortopedia e Traumatologia, risultando inoltre accreditata per ben 40,5 crediti Ecm (Educazione Continua in Medicina) per i medici ortopedici che vi hanno partecipato: praticamente quasi l’intero fabbisogno di un intero anno di aggiornamento specialistico.Ad aprire il programma dei lavori è stato il saluto del Direttore Sanitario dell’Asl di Biella, dottor Claudio Sasso, che ha dato il benvenuto ai chirurghi provenienti da varie regioni italiane (oltre al Piemonte, erano rappresentate Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Basilicata, Lombardia, Trentino Alto Adige e Sicilia), illustrando loro le caratteristiche peculiari del nosocomio biellese e sottolineando come le eccellenze chirurgiche e i programmi di formazione e di confronto scientifico siano cruciali per la visione strategica dell’Asl Bi.Durante le giornate del corso il programma didattico si è articolato in sessioni teoriche, esercitazioni pratiche (con l’esecuzione in prima persona da parte dei corsisti delle tecniche chirurgiche su modelli plastici appositamente predisposti) e sedute operatorie inerenti la specifica patologia in oggetto (con la partecipazione in sala dei corsisti e il contemporaneo streaming per i discenti all’interno del blocco per la discussione in presa diretta con gli operatori).I commenti del dottor Daghino«Questa formula, orientata alla praticità e tesa ad accompagnare i chirurghi passo-passo nell’acquisizione delle competenze specialistiche, nel tempo è stata ampiamente sperimentata e ormai risulta generalmente molto gradita ai professionisti, che anche questa volta hanno restituito feedback positivi agli organizzatori e ai docenti», commenta Daghino, ideatore e coordinatore di tutte le edizioni del corso sin qui svolte.«L’atmosfera che si crea in appuntamenti del genere è spesso particolare, perché la possibilità di interagire in maniera così organizzata e pianificata, e con tempi congrui, favorisce la discussione costruttiva oltre che l’apprendimento delle nozioni di tecnica chirurgica – aggiunge il Direttore dell’Ortopedia biellese - Ciò permette ai partecipanti di tornare alle proprie sedi arricchiti di esperienze, ma soprattutto crea le basi per interazioni positive tra i vari specialisti, che spesso si ritrovano nel tempo a collaborare anche dopo il corso, per la soluzione di problemi particolarmente complessi, contribuendo così a diffondere filosofie virtuose e cultura medica legata alle buone pratiche cliniche».Conclude Daghino: «Con molti ex corsisti degli anni precedenti sono nate amicizie basate sulla stima reciproca. Ci si ritrova con piacere ai congressi a scambiarsi impressioni e risultati, oltre ad avere avuto nel tempo possibilità di collaborare a progetti di ricerca e di valutazione clinica, costruendo relazioni e interazioni virtuose che mi rendono particolarmente fiero del percorso di crescita del corso; corso che anche nella prima edizione biellese ha confermato tutta la bontà del progetto, per il quale mi sembra giusto e doveroso esprimere un sentito ringraziamento a coloro che qui a Biella mi hanno aiutato e hanno reso possibile l’ottima riuscita dei lavori».

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