Parole - Benzina o diesel. Ok, il prezzo non è giusto!

Prezzo medio, prezzo praticato, prezzo self, prezzo servito. Una tale concentrazione di cartelli non la si vede neppure al supermercato nella corsia delle offerte. E qui di offerte non è che si parli poi tanto. Fermarsi al distributore dal primo agosto è diventato prima che un salasso, un vero rebus.
Quanto mi costerà un pieno? Dai primi riscontri pare che solo matematici e statistici riescano a fare rifornimento senza ansie aggiuntive e calcolatrici alla mano. Fini umanisti e letterati sembra che dopo aver spento il motore entrino in una confusione tale da scambiare benzina con diesel e vice- versa e ripartano di fretta con il serbatoio vuoto e l’incubo di dover moltiplicare qualcosa per pi greco. Scherzi a parte, la situazione è intricata tanto da far risultare neppure più dissacrante la battuta sull’ingenuità presuntuosa dell’automobilista che non si accorgeva dei rincari perché intanto sempre 20 euro spendeva. Perché la nuova norma che impone l’indicazione del prezzo medio regionale ai distributori sembra solo confondere prima che far arrabbiare nell’ordine i gestori delle pompe e in fondo i consumatori. Sapere la media dei prezzi praticati è solo la garanzia che la stazione alla quale ci siamo fermati ci faccia pagare il giusto senza speculazioni. Ok, ma è proprio il prezzo a non essere giusto e non l’indicazione del costo medio al litro. Che medio o non medio per il carburante è tornato a salire. Colpa delle accise o di chissà che cosa. E il paradosso dell’introduzione di quella che dovrebbe essere una tutela verso i consumatori è che la stessa contribuirà probabilmente solo ad attenuare la percezione di aumenti, invece, sempre fuori media. Ecco perché in Italia al distributore, e non per colpa dei gestori, l’indicazione più onesta sarebbe quella, senza euro e decimali, semplicemente di prezzo alto. Anche troppo.

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