Parole - Esami, non è il tempo della spunta blu

La prima prova degli esami di maturità, quella d’italiano, speranza. Almeno a leggerla, e non è un paradosso, dai numeri. Che oltre il 43% dei maturandi abbia scelto la traccia del tema di attualità “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp” è segno molto più forte di quelle spunte blu che hanno preso a scandire i ritmi della nostra vita passata con quegli aggeggi in mano di nome smartphone.
Sapere che una cifra vicina alla metà dei ragazzi sotto esame abbia scelto quella traccia tempo, nell’attesa verrebbe da dire, al nostro domani. Allontanandoci dall’idea divertente che la abbiano scelta perché più confidenti alla parola WhatsApp piuttosto che a Quasimodo e Moravia fa capire quanto i giovani in fondo siano i primi a voler riflettere sul valore del tempo pur mostrando spesso con i comportamenti l’insofferenza a piegarsi a determinati tempi. E anzi a voler bruciare le tappe e in qualche modo la vita. La prova della teoria l’avranno solo le commissioni d’esame che quei temi leggeranno. È d’obbligo il sentore, però, che quella scelta non sia stata solo l’effetto effimero dell’applicazione più utilizzata sui telefonini, certo più d’appeal per una riflessione sul tempo che qualche anno fa sarebbe passata al massimo “Aspettando Godot”, ma la voglia di entrare in un mondo che dia valore a qualcosa capace di andare oltre un servizio di messaggistica istantanea. Perché il tempo, e questo lo sanno bene i ragazzi, va al di di una spunta blu. Quei ragazzi che storceranno il naso alla letteratura, ma che, sempre nelle scelte, hanno dimostrato di conoscere Piero Angela e Oriana Fallaci. Ecco perché c’è speranza. Di sicuro. E presto ce lo dirà quel galantuomo del tempo.

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