Picchia e minaccia il padre il giorno
di Santo Stefano

Violenza domestica L’uomo, 31 anni, soffre di alcolismo. L’incubo per il genitore era iniziato un anno fa. Giovedì la tragedia sfiorata

Passerà il Capodanno da uomo libero il 31enne finito in manette il giorno di Santo Stefano dopo aver picchiato il padre e averlo minacciato di morte con un grosso coltello. Ieri pomeriggio si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto davanti al Giudice per l’Udienza preliminare Francesca Tortora. L’uomo era difeso dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Vigato. Il giudice ha convalidato l’arresto ma ha respinto le richieste della Procura che chiedeva che per l’uomo fosse mantenuta la misura preliminare di detenzione in carcere.

La Gip accogliendo la richiesta della difesa ha però disposto che per lo stesso viga il divieto di avvicinamento al padre. Per questo dovrà indossare il braccialetto elettronico. Stesso dispositivo dovrà essere indossato dal genitore. Se il figlio si dovesse avvicinare scatterebbe l’allarme e interverrebbero subito le forze dell’ordine. Non sarà comunque un felice Capodanno né per lui, il 31enne tornato libero, né per il padre. Ad allontanare i due uomini, negli ultimi anni, sarebbe la dipendenza da alcool di cui è afflitto il figlio.

La difficile convivenza - ora il 31enne dovrà essere ospitato dalla madre, da un altro familiare, o da un amico - tra padre e figlio durerebbe da oltre un anno. Il padre disperato ha raccontato alle forze dell’ordine, intervenute in suo soccorso il giorno di Santo Stefano, una serie di episodi di cui sarebbe stato protagonista il figlio negli ultimi dodici mesi. Il primo risalirebbe al novembre del 2023. Il figlio era stato appena dimesso dalla clinica dove era stato sottoposto a una cura di disintossicazione. Arrivato a casa voleva bere. Il padre glielo aveva impedito. Poi da lì un crescendo di liti, di aggressioni, di danneggiamenti degli arredi domestici.

Nel dicembre dello scorso anno il 31enne avrebbe distrutto la porta di casa e danneggiato la finestra del bagno per cercare di entrare nell’alloggio. Entrato aveva squarciato i cuscini del divano in pelle. Ma forse a far più male all’uomo è il sentirsi dire dal proprio figlio: “Sei il mio peggior nemico. Non sei più mio padre”.

Dal settembre di quest’anno la situazione, se si vuole, sarebbe ulteriormente peggiorata. Sarebbero almeno due i litigi in cui il figlio avrebbe percosso il padre. Ma lo scorso 26 dicembre la situazione avrebbe potuto trasformarsi in tragedia se non fosse intervenuto un amico del padre.

Quel giorno di festa, una festa di famiglia per la maggior parte delle persone, il padre aveva esortato il figlio a mettere ordine nella casa dove i due convivevano. A quel punto il figlio, in preda all’alcool, avrebbe brandito un coltello da cucina e lo avrebbe minacciato. Posato il coltello avrebbe aggredito verbalmente il genitore incolpandolo di averlo fatto ricoverare in clinica e poi lo avrebbe fatto cadere con una spinta. In un folle raptus di violenza avrebbe iniziato a colpirlo al volto con dei pugni rompendogli gli occhiali e facendolo sanguinare.

A fermare questa violenza l’amico del padre che, sentite le urla, interveniva sfondando la porta di casa. Arrivavano poi le forze dell’ordine, nel frattempo allertate. Al momento sembrerebbe che il braccialetto elettronico non sia disponile. Il 31enne dovrà quindi sottoporsi all’obbligo di firma quotidiana alla polizia giudiziaria.

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