Presunti casi di malasanità in urologia: Asl e Comune chiamati in giudizio

Il Gup accoglie la richiesta delle parti offese a chiamare in causa civilmente l’Azienda sanitaria locale, la sua assicurazione e l’amministrazione di Ponderano. Le prossima udienze sono fissate a giugno e a luglio.

L’accoglimento delle richieste dei legali delle famiglie dei due pazienti deceduti dopo un intervento nel reparto di urologia dell’ospedale di Biella — i casi sono quelli di Daniele Skerletic e Rocco Varacalli e risalgono all’estate del 2017 — di chiamare a rispondere civilmente l’Asl, l’assicurazione dell’azienda e il comune di Ponderano è la notizia emersa nella seconda udienza del procedimento in corso davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Biella Arianna Pisano. Cinque sono gli indagati, tutti medici del reparto di urologia tranne un chirurgo. A quest’ultimo e al primario di urologia Stefano Zaramella è contestato il reto più grave, per la morte di Skerletic al primo, per la morte sia di Skerletic che di Varacalli al secondo. Gli altri tre urologi devono rispondere del reato di falso in atto pubblico in quanto avrebbero firmato presenze non vere nel registro di sala. Già fissate le prossime due udienze il 12 giugno e il 12 luglio. È facile immaginare che in quella del 12 giugno le parti citate a giudizio come responsabili civili possano chiedere l’estromissione. Non del tutto chiara la posizione dell’Asl che potrebbe, ma avrebbe tempo fino alla prima udienza dibattimentale, costituirsi parte civile trovandosi in posizione paradossale e di responsabile civile e di parte offesa. I tempi perché si possa entrare nel vivo della questione sono ancora lunghi. Sempre nell’udienza del 12 giugno potrebbe arrivare la richiesta, da parte di uno dei difensori dei medici, dell’incidente probatorio — richiesta che si giustificherebbe per via della presenza di perizie contrastanti —, relativo al decesso di Skerletic. Se questa richiesta venisse accolta i tempi si allungherebbero. Solo dopo questo ulteriore esame le parti potrebbero formulare le scelte, in caso di rinvio a giudizio, dei riti alternativi o del processo ordinario.

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