Protezione Civile a rischio, servono volontari

L’appello lanciato dal sindaco di Coggiola, Paolo Setti

Il sindaco di Coggiola Paolo Setti lancia un appello: la Valsessera rischia di perdere il servizio di Protezione Civile comunale.

Spiega Setti: «Purtroppo siamo arrivati al minimo vitale. Sotto gli otto volontari il gruppo cessa di esistere, e per questo mi rivolgo alle persone di buona volontà perché mi contattino e offrano qualche ora di impegno».

La Protezione civile è attiva solo nel comune di Coggiola, almeno negli ultimi 5 anni, secondo il sindaco. Continua Paolo Setti: «A Pray c’è un ottimo servizio dell’antincendi Uib, e spesso i due gruppi lavorano insieme nelle grandi emergenze. Ma credo che non si possa rinunciare alla Protezione civile senza almeno cercare di sensibilizzare la nostra gente».

Negli anni scorsi il gruppo era arrivato a contare anche 30 volontari. Il numero si è dimezzato per cause “naturali”. Spiega Setti: «Alcuni giovani hanno iniziato a lavorare o si sono trasferiti fuori paese. Le persone meno giovani invece hanno raggiunto i limiti di età e per forza hanno dovuto abbandonare il servizio attivo di Protezione civile. È urgente un ricambio generazionale, e io conto sulla disponibilità dei miei concittadini, anche se si tratta di un’attività di puro volontariato, a volte anche pesante, ma non retribuita».

Responsabile del servizio di sicurezza è lo stesso sindaco, la sede è nell’asilo Don Fava di Granero. Materiali e abbigliamento sono forniti dal Coordinamento provinciale della Protezione civile che ha sede a Biella, da cui dipende il dipartimento di Coggiola.

Qualche risposta dopo l’appello sul sito istituzionale del Comune? Conclude il sindaco: «Direi proprio di sì, ed è già un mezzo sollievo. Mi hanno contattato tre o quattro persone, e spero al più presto di poter annunciare sul sito del Comune l’allargamento del gruppo».

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