Raccolta firme contro il trasferimento del Ser.D; arriva una nota dell'Asl

Mercoledì una delegazione di abitanti, esercenti commerciali e genitori dei ragazzi che frequentano le scuole di via Ivrea (Gromo Cridis e Itis), ha incontrato il sindaco Claudio Corradino per presentare la raccolta di firme (oltre cinquecento sottoscritte in pochi giorni) con la quale si manifesta la contrarietà al trasferimento del Ser.D (il servizio per le dipendenze da droga, alcol e gioco) nei locali dell0ex macello di via Ivrea. L’avvocato Carlo Boccaccino, portavoce dei firmatari, spiega: «Le firme rappresentano una protesta che nasce spontaneamente tra cittadini abitanti della zona, esercenti commerciali, genitori di giovanissimi e ragazzi che frequentano le scuole in via Ivrea. Non ci dimentichiamo infatti che a pochi passi dall’ex macello esiste una scuola elementare che non ha alcun tipo di protezione rispetto a via Ivrea ed esiste l’Itis frequentato da oltre un migliaio di ragazzi. In campagna elettorale» dice ancora Boccaccino «il sindaco Corradino ha dichiarato di voler spostare il servizio, che è un servizio di civiltà e che deve essere dato in modo efficiente negli adeguati modi a chi ne ha bisogno, in un’ala del nuovo ospedale che di spazi vuoti ne ha tantissimi. Ci è stato detto che la maggiore resistenza a questo spostamento viene proprio dall’Asl. Ebbene, se questo fosse vero non è accettabile. Perché questo è un servizio dell’Asl e perché gli spazi vuoti nel nuovo ospedale non necessitano di milioni di euro di denaro pubblico da investire per rendere idonei i locali, come invece accadrebbe se la scelta ricadesse sull’ex macello che è invece uno stabile del tutto fatiscente che va completamente ristrutturato. Noi pensiamo invece che presso il nuovo ospedale si possano ricavare dei locali con accesso indipendente, quindi del tutto scollegati ai reparti ospedalieri, dove anche la privacy degli utilizzatori del servizio è garantita. Inoltre l’ospedale è collegato con un’ottima linea di bus e quindi anche facilmente raggiungibile».

Pronta la replica dell’Asl, inviata dall’ufficio stampa. Che spiega: «Il Servizio Dipendenze è un servizio specialistico per la prevenzione, cura e riabilitazione delle dipendenze sia da sostanze che da comportamenti. Non è un servizio che prevede una degenza, in quanto la cura di tali patologie non richiede nella maggioranza dei casi una ospedalizzazione del paziente.  Le varie attività del Ser.D richiedono interventi diurni a valenza fortemente territoriali al fine di conciliare  - come previsto anche dal dispositivo legislativo DLGS 309/90 - una necessaria integrazione delle varie attività sia con la vita quotidiana dei pazienti afferenti al servizio, per favorire l'integrazione sociale del paziente,  che con le diverse istituzioni/enti  pubblici e del privato sociale che operano in sinergia sul territorio. L'Asl di Biella ha da sempre manifestato massima disponibilità con le istituzioni e con il Comune di Biella, valutando tutte le opzioni possibili ed esaminando il caso avvalendoci del supporto dei tecnici sia dal punto di vista clinico  - rispetto alla scelta migliore per questi pazienti - sia sul piano logistico e strutturale. Ai Ser.D non afferiscono solo cittadini con dipendenza o consumatori di sostanze illecite ma anche cittadini con dipendenze comportamentali come il gioco di azzardo patologico e consumatori di sostanze lecite come i fumatori e i consumatori di sostanze alcoliche. Il Ser.D fornisce altresì spazi di consulenza per gli adolescenti e i genitori in difficoltà, che trovano in una organizzazione territoriale dei servizi la risposta più adeguata e più funzionale. L’ospedale non si ritiene possa essere il luogo opportuno per svolgere le diverse attività a favore dei pazienti e dei loro familiari dal momento che non si tratta di una  popolazione che necessità di ospedalizzazione ma sicuramente di un servizio fortemente integrato sul territorio e che lavori in sinergia con tutti i servizi, enti del pubblico e privato sociale, che a vario titolo operano sul territorio di competenza. Peraltro sul fronte strutturale nel presidio di Ponderano le uniche aree ancora libere si trovano in zone non idonee ad ospitare servizi di assistenza non ospedaliera. Si tratta di aree prive di impianti e senza alcuna finitura edile che richiederebbero un investimento economico molto oneroso.


Tra le possibilità come Asl Bi abbiamo anche valutato il completamento delle ristrutturazioni e messa in norma – già programmate e finanziate con gli utili del 2017 – dell’attuale sede di Via Delleani che come struttura è idonea a rispondere alle necessità degli utenti e degli operatori, sia sul piano degli interventi assistenziali, sia di sicurezza che per il rispetto della privacy. Come Asl Bi siamo disponibili a valutare insieme al Comune altre proposte, anche individuando possibili immobili di proprietà della stessa amministrazione comunale o comunque disponibili».


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