
Sostegno ai negozi di collina, lo chiedono solo in sei
Biella aveva stanziato 20mila euro per i contributi. Ne risparmierà 8mila. Nella prima edizione lo avevano ricevuto in 13
Forse non servono ulteriori prove per avere contezza della crisi del commercio nelle zone periferiche della città. Ma ne arriva una da un provvedimento che a quei negozianti che resistono tende una mano: il contributo annuale agli esercizi di collina, giudicati “presidio sociale”. Lo stanziamento era di 20mila euro per il 2025, con la possibilità di erogare non più di 2mila euro per ogni piccola impresa che ne avesse fatto richiesta. Alla fine sono arrivate solo sei domande, tutte giudicate idonee. E il Comune ha dovuto redigere una determinazione dirigenziale per prendere atto della minore spesa e “rimettersi in tasca” 8mila euro, il 40 per cento di quanto si era ripromesso di investire.
Il contributo ai negozi di collina nacque poco meno di dieci anni fa dallo stimolo dell’opposizione di centrodestra che la giunta di centrosinistra fu pronta a raccogliere. Il primo sostegno fu consegnato con un gesto simbolico dall’allora assessore Stefano La Malfa che portò ai negozianti un adesivo da mettere in vetrina a contrassegnare il loro ruolo sociale a beneficio delle zone periferiche e soprattutto della loro popolazione più anziana. Qualcuno di quegli adesivi è ancora appiccicato alle vetrine, ma alcuni dei negozi di allora hanno alzato bandiera bianca. Lo dicono le cifre, ancora una volta: quattordici furono le domande arrivate a palazzo Oropa nel 2017, prima edizione del bando. Sono scese a otto nel 2024 e a sei quest’anno. «Se siamo sempre di meno vuol dire che la terapia del Comune non è sufficiente» commentò qualche mese fa Giorgio Graziano, uno di quelli che resistono, dietro il bancone del suo emporio di Vaglio. Dei sei beneficiari, cinque sono negozi di generi alimentari e uno ha anche tabaccheria ed edicola.
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