Summer School, con l’Economia civile vince la qualità di vita

Il primo anno on line, il secondo articolato in seminari mentre quest’anno sarà un campus a fare da cornice al terzo percorso di Economia Civile, un progetto partecipato di conoscenza e scambio che mette al centro la felicità pubblica, le persone, la comunità e il territorio. Concetti che solo in apparenza sembrano “rivoluzionari” ma che in realtà vogliono semplicemente riportare in una dimensione più vivibile e condivisibile, profitto e business, privilegiando un po’ meno i numeri e un po’ di più la qualità di vita. Allora le parole chiave delle lezioni, delle visite formative, di working group di attività culturali e pasti a km zero, si confermano anche quest’anno “Partecipare, agire, immaginare”. Un messaggio che vuole raggiungere anche giovani e giovanissimi (dai 16 anni in su) appassionati di scienze economiche e sociali. Le iscrizioni si sono aperte in questi giorni mentre l’iniziativa è in calendario da mercoledì 19 luglio fino a sabato 22 a Città Studi. Biella è stata scelta, insieme a Napoli, come sede della Summer school, dalla Scuola di Economia Civile che fa capo al Politecnico di Milano. Non è un caso: in città c’è un nutrito gruppo del movimento “Economy of Francesco” creato dal Pontefice, che coinvolge i giovani in tutto il mondo e che si prefigge di rivedere i luoghi concreti del vivere e i territori come la determinante fondamentale di ogni storia economica e sociale, con la propria biodiversità, le ricchezze e le vocazioni originarie. Rimettere al centro dei discorsi economici la categoria di bene comune, superare l’individualismo, avere una visione aperta e pronta a incrociare le esperienze per trovare l’equilibrio è quindi il vento che soffia sulla vela della scuola, sostenuto con convinzione anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio.
«Il tema portante di quest’anno sarà “La forza del noi» spiega Enrico Pesce, responsabile Ricerca e Sviluppo del consorzio sociale Filo da Tessere che si occupa dell’iniziativa. «Creare una società più ricca e inclusiva, attenta ai temi della sostenibilità ambientale, legare l’impresa al territorio, è parte di un sistema virtuoso che può ridiventare attrattivo anche per i giovani, per le nuove generazioni che magari vanno via a studiare e lavorare ma che poi sanno di poter ritornare a casa, in un bel posto. L’Economia Civile non ha nulla a che fare con la pura finanza, con le grandi operazioni di investimento. Rifugge il modello di una città riempita di supermercati, privilegia attività che si incrociano con l’artigianato, con le eccellenze del cibo, con la manifattura, e che hanno margini per crescere e per sostenere realmente il territorio. In rete si possono sviluppare progetti di successo, fare impresa con consapevolezza, senza speculare. Non occorrono “santi” ma semplicemente imprenditori responsabili».

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