Tutto il paese in lutto per “la Mirella” dello storico bar ristorante Silvana

Venerdì scorso il funerale della donna che per 34 anni ha gestito il locale di via Martiri della Libertà. Aveva portato avanti l’attività fino al 2017, conquistando cuore e… palato di tanti. Il ricordo dei figli

Mirella Verdoia a Mongrando era una vera e propria istituzione. Per 34 anni ha gestito il Bar Ristorante Silvana, in via Martiri della Libertà, strada dalla quale ogni giorno transitano centinaia di persone dirette verso le alte valli biellesi, il Canavese e la Valle D’Aosta.

Silvana era anche il suo secondo nome, un incrocio del destino che nel 1983 le mise davanti l’occasione della vita, dopo essere stata per cinque anni la custode del Castello di Gaglianico insieme al marito, dal quale poi si separò. Un’occasione che decise di prendere al volo, rilevando l’attività che ha gestito fino al 2017 con i figli Massimiliano ed Elisabetta.

Un giorno dopo l’altro Mirella conquistò il cuore e il palato di tante, tantissime persone, con una gentilezza più unica che rara e con piatti della tradizione culinaria locale. La sua passione e dedizione al lavoro e il legame con il bar ristorante erano così forti che per lei non esistevano feste durante l’anno.

Come forte è stato il legame con il figlio Massimiliano, che ha vissuto fino all’ultimo con l’amata madre e la ricorda così: «Mamma era davvero una donna speciale, che ci ha insegnato il valore del sacrificio. Era talmente dedita al lavoro che per anni non si è concessa neanche una settimana di vacanza. Portare avanti il bar ristorante è stato un sacrificio enorme, che mi ha impedito a esempio di vedere il mare, ma ci ha regalato anche molte soddisfazioni. È stata una parte importante della nostra vita, che si è interrotta bruscamente nel 2017. Da allora si sono succedute diverse gestioni, sempre poco fortunate finì alla chiusura definitiva dell’attività».

Sei anni fa Massimiliano cadde dal tetto di una casa mentre sistemava un’antenna, punto da una vespa che gli provocò uno shock anafilattico. Un volo di sei metri che lo costrinse a tre anni di ospedale, provocandogli danni tali da renderlo invalido al 100%.

«Per me e per mia madre è stata una batosta dura da digerire» racconta il figlio. «Quello che è successo ha stravolto la nostra vita, togliendoci un lavoro nel quale abbiamo investito tanto, non solo economicamente ma anche a livello di energie nervose e di tempo. Ora che lei non c’è più, ho perso un altro pezzo fondamentale della mia vita. Spero che che da lassù ci protegga e mi dia la forza di rialzare la testa e andare avanti».
Al ricordo del figlio si aggiungono le parole commosse di Elisabetta, la figlia: «Abbiamo tanti bei ricordi condivisi con la mamma. Il bar ristorante è stato per noi grande sacrificio, spesso anche a scapito della salute. Ci ha tolto tanto, ma ci ha anche regalato meravigliose amicizie, che porteremo per sempre nel nostro cuore».

Il funerale è stato celebrato venerdì dal parroco don Stefano Vaudano nella chiesa di Mongrando Ceresane. A darle l’ultimo saluto i figli Massimiliano ed Elisabetta con il marito Massimo e il nipote Gregorio.

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