Un viaggio nel tempo al museo contadino

Cascina Mazzetta è una raccolta di ricordi: i proprietari espongono attrezzi e utensili che servivano per la vita agricola

Emozioni e ricordi. Sono tanti i sentimenti che si provano visitando il museo contadino che si trova nella cascina Mazzetta a Vigliano, non lontano dal centro del paese. Da qualche anno Maria Teresa Bori e Giuseppe Saggioro hanno aperto le porte di uno spazio dedicato alla vita agricola di una volta e ad un passato troppo spesso dimenticato. All’interno tanti attrezzi del papà di Maria Teresa, Cristoforo, e altri oggetti che raccontano la cultura contadina attraverso utensili, strumenti e attrezzi utilizzati per coltivare la terra ed occuparsi degli animali. «Chi ci vuole visitare è ben accetto. Vorrei trasmettere ai giovani, ma anche agli adulti, cosa significava quel lavoro».

L’idea è partita da Maria Teresa che con il marito ha ristrutturato il locale al piano terreno, inserendo gli utensili di un tempo che altrimenti sarebbero finiti chissà dove. La vita di cascina, all’interno, è ben rappresentata anche da foto storiche fatte stampare in formato gigante in cui si apprezzano i gesti e le consuetudini della metà del secolo scorso.

«Papà Cristoforo è nato nel 1911» afferma Maria Teresa Bori. «La mia famiglia è di origini cuneesi ma ci siamo trasferiti nel Biellese nel 1951, in una cascina di Vergnasco. Dopo una decina d’anni abbiamo trovato qui a Vigliano la cascina dove abitiamo tuttora, ristrutturandola per creare due alloggi. La nostra è stata una vita dedicata al lavoro nei campi e anch’io non mi sono mai tirata indietro. Già da piccola raccoglievo il granoturco e mi occupavo di aiutare mio padre nel mestiere. Se guardo al passato, mi ritengo molto contenta della mia infanzia e di cosa ho vissuto. Ed è per questo che io e mio marito abbiamo voluto far conoscere ciò che è stato». In effetti il museo è davvero suggestivo, con gli attrezzi per tagliare il fieno, lo scaldaletto in legno e persino la tavola apparecchiata con i piatti di porcellana e due macchine da cucire. Curato nei minimi dettagli, lo spazio è stato tappa di recenti iniziative organizzate dalla Pro Loco. «Siamo stati coinvolti e ci piacerebbe continuare ad aprire le porte alle visite. Ai ragazzi di oggi, che hanno sempre in mano un telefonino, dico che sarebbe utile capire com’era la vita tanti anni fa».

Il bosco “impiantato” (e sostenibile)

A cascina Mazzetta c’è anche un bosco di 20.000 metri quadrati impiantato 14 anni fa, di cui si occupa il figlio della coppia, Marco Saggioro: «Lo scopo era di ricreare un’area naturale riportando una zona periurbana, prossima ad una città o paese, ad un luogo più sostenibile. Per farlo abbiamo partecipato ad un bando della Regione che ci ha consegnato le piante, mentre la manutenzione è a carico nostro. Si tratta di un’altra bella realtà in cui vi sono specie animali ma anche querce, betulle, pioppi, ciliegi selvatici, castagni e carpini. Un piccolo paradiso della natura, anche questo visitabile dalle scuole, che ci rende ancora più orgogliosi».

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