Vini, alla conquista della Borgogna. Da Lessona a Digione con Pietro Cassina

 «Dai cugini francesi c’è davvero molto da imparare» lo dice Pietro Cassina, produttore di vino in Lessona, reduce dalla fiera Vinidivio tenutasi a inizio novembre in Borgogna, tra Digione e Beaune, le due città celebri in tutto il mondo per l’enologia.

Il Piemonte è stato ospite d’onore alla sesta edizione del salone del vino organizzato nell’ambito della Fiera internazionale e gastronomica di Digione, una manifestazione di grande importanza che si tiene fin dal 1921 e accoglie ogni anno 160.000 visitatori e circa 600 espositori.

Portabandiera dell’Alto Piemonte è stato Cassina con i suoi nebbioli declinati in Lessona e Coste della Sesia.

«L’interesse per nostri vini dimostrata dai visitatori, tra cui tanti operatori del settore ristorazione arrivati da Parigi, come dei colleghi vigneron, è la miglior conferma del lavoro fatto in vigna e in cantina» dice Cassina ammirato dalla storia di case vitivinicole che hanno 200, 300 anni e appartengono ancora alla famiglia dei fondatori. «Hanno un savoir-fair unico a cui dobbiamo tendere». Cassina ha potuto conoscere i vigneron anche in eventi al di fuori della fiera. «Quello dei francesi che ci guardano dall’alto in basso è un mito da sfatare, da parte loro c’è molta curiosità». Il produttore lessonese ha poi avuto conferma di quello che da tempo sente ripetere: «I nebbioli dell’Alto Piemonte, grazie a condizioni climatiche più miti — il Monte Rosa protegge dal freddo invernale e dalla eccessiva calura estiva —, risultano più eleganti (una gradazione meno potente) rispetto a quelli di Langa e si avvicinano ai grandi cru di Borgogna».

La lezione più grande per Cassina è però quella per cui la promozione del vino deve passare anche dalla promozione del territorio e dalla sinergia tra produttori.

«Perché non organizzare anche in Alto Piemonte e nel Biellese un evento come questo capace di creare momenti di promozione ma sopratutto di confronto tra produttori di diversi territori?».