Padre Giovanni Brevi,
testimone del Valore alpino

Storia Giovedì la giornata istituita dalla Regione Piemonte per ricordare l’impegno delle penne nere per preservare gli ideali di Patria e solidarietà

Giovedì, il 16 gennaio, sarà la giornata del Valore alpino istituita dalla Regione Piemonte. Una data scelta non a caso. La data scelta ricorda infatti il giorno in cui, nel 1943, venne diramato l’ordine di ripiegamento dei reparti alpini dal fronte del Don. Il bilancio della Campagna di Russa fu pesantissimo: oltre 90 mila perdite tra morti e dispersi. Moltissimi furono i prigionieri che poterono tornare in patria solo molti anni dopo. Tra questi, a sopportare la durezza dei gulag comunisti di Stalin, ci fu padre Giovanni Brevi. Una figura cara agli alpini biellesi. Per onorare la giornata del Valore alpino della Regione Piemonte ne forniamo un breve ritratto.

Padre Giovanni Brevi nacque il 24 gennaio 1908 a Bagnatica, in provincia di Bergamo. Fin da giovane, manifestò una profonda vocazione religiosa, entrando nella Scuola Apostolica del Sacro Cuore di Albino e proseguendo gli studi teologici nel Seminario di Bologna, dove fu ordinato sacerdote nel 1934. Dopo l’ordinazione, partì come missionario tra i lebbrosi del Camerun francese. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940, venne internato dalle autorità francesi in un campo di concentramento. Liberato nel novembre dello stesso anno, entrò nell’Ordinariato Militare e, nel dicembre 1940, fu nominato tenente cappellano militare, assegnato al Battaglione “L’Aquila” del 9º Reggimento Alpini della Divisione Julia. Partecipò alle operazioni sul fronte greco-albanese, distinguendosi per il coraggio nell’assistere i feriti e nel recuperare i caduti, azioni che gli valsero una Croce di Guerra al Valor Militare.

Nel maggio 1942, dopo un periodo di preparazione, partì con la Divisione Julia per il fronte russo. Durante la tragica ritirata dal Don, Padre Brevi fu fatto prigioniero il 21 gennaio 1943 a Stalino. Nei successivi undici anni, conobbe la durezza dei gulag sovietici, dalla Siberia al Mar Nero. La sua tempra e la sua fede lo resero un punto di riferimento per i compagni di prigionia, opponendosi alle pressioni per la “rieducazione” comunista e difendendo i diritti dei prigionieri, nonostante le persecuzioni subite.

Liberato nel 1954, rientrò in Italia e riprese il servizio come cappellano militare nella Guardia di Finanza, assegnato alla 2ª Legione di Torino. Promosso capitano nel 1958 e cappellano militare capo nel 1961, si congedò nel 1976 con il grado di maggiore, ritirandosi a Ronco Biellese, dove visse fino alla sua scomparsa il 31 gennaio 1998. Il legame di Padre Brevi con Biella è profondo: la sua famiglia si trasferì nel Biellese durante la sua infanzia, e fu a Ronco Biellese che trascorse gli ultimi anni della sua vita. La comunità biellese lo ricorda con affetto e rispetto, riconoscendo in lui un esempio di dedizione, coraggio e fede.

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