Carcere, guardia colpita ripetutamente al corpo da un detenuto

«Non possiamo non levare con forza la nostra indignazione per l’aggressione che si è consumata all’interno del penitenziario biellese nei confronti di un agente di Polizia Penitenziaria». Con queste prime considerazioni Raffaele Tuttolomondo, segretario regionale del Si.N.A.P.Pe, ha inteso stigmatizzare l’episodio che, di per sé, già definisce i contorni di una condizione di scarsa attenzione alla sicurezza del personale, ma assume una connotazione di maggiore gravità, stante la non occasionalità dell’accaduto.
«Per inspiegabili ragioni un agente è stato ripetutamente colpito alla figura da un detenuto ristretto nel reparto isolamento; al momento non conosciamo i giorni di prognosi, ma la situazione all’interno del carcere rasenta l’insostenibilità».
Per il sindacalista il clima lavorativo non è dei migliori anche perché al penitenziario di Biella, da diverso tempo, continuano ad essere assegnati detenuti di particolare profilo non semplici da gestire soprattutto in un contesto di forte esasperazione.
«Ancora una volta il Si.N.A.P.Pe, nell’augurare una prontissima guarigione al collega tristemente coinvolto, non può esimersi dal sottolineare il fallimento totale della sorveglianza dinamica e del regime aperto che, anziché responsabilizzare la popolazione detenuta ad un comportamento più consono, l’ha resa impavida e riottosa alle regole del sistema, con gravissimi danni per i poliziotti che vi lavorano quotidianamente a contatto. Il Si.N.A.P.Pe chiede che venga esperita un’accurata indagine e di essere messo a conoscenza delle condizioni in cui tale atto vandalico sia maturato, ribadendo che la Direzione non può esimersi dalla responsabilità di garantire un ambiente di lavoro sicuro dove il personale di Polizia Penitenziaria possa operare senza rischi per le personale incolumità» si legge in una nota.

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