In una casa d’aste di Roma la tela rubata a Cavaglià

Il dipinto, della scuola vercellese, venne trafugato nel settembre del 2006 dalla chiesa di San Vito a Montemaggiore. Presto tornerà al suo posto

Sabato scorso, nella caserma dei carabinieri di Cavaglià, è avvenuto il riconoscimento della tela che nel settembre 2006 era stata rubata dalla Chiesa rionale di San Vito in Montemaggiore, nello stesso comune di Cavaglià. La tela era il quadro collocato sull’altare della Chiesa della frazione dedicata a San Vito, patrono della campagna e soprattutto santo ausiliatore contro la malattia nervosa del Ballo di Corea e contro la rabbia canina. Il quadro è di scuola Vercellese. Non attribuibile al Lanino poiché su tela anziché su tavola. Tuttavia la struttura appare essere della sua scuola. Simile in tante fattezze al Lanino presente nella Chiesa Parrocchiale di Lessona. L’opera venne trafugata nella notte del 7 settembre 2006.

Dopo 17 anni è stato scoperto dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale in una casa d’aste di Roma. Dopo un primo accertamento è stato sequestrato e messo a disposizione della Parrocchia di Cavaglià per il riconoscimento.

All’epoca del furto era già stato fatto il censimento di tutte le opere d’arte delle Chiese biellesi. Infatti dalla fotografia digitale dell’archivio diocesano, appositamente consegnata ai carabinieri, si è giunti al primo riconoscimento che ha portato al sequestro. Ci sono due segni particolari che senza alcun dubbio appartengono alla tela rubata.

Alla base della raffigurazione di San Vito, della Vergine con il bambino, di Sant’Antonio da Padova, di San Grato e Sant’Anna vi è uno stemma nobiliare che riporta l’immagine dell’Arma dei Rondolino, familiare nobiliare di Cavaglià, e precisamente la testa di una armatura e un’aquila. E ancora accanto appare l’immagine di un grappolo d’uva. Pitture che sono state aggiunte al quadro originale.

La Parrocchia di Cavaglià accoglie la notizia con una gioia grandissima. E una riconoscenza infinita all’Arma dei carabinieri che in questi sedici anni, come si vede, non è stata con le mani in mano. Tanto tardi è arrivato il ritrovamento tanto lungo è stato il lavoro di ricerca della sezione scientifica e artistica dell’Arma dei Carabinieri.

È una notizia che da speranza alle tante comunità che hanno visto i ladri saccheggiare le loro Chiese. Inutile dire che l’accoglienza dell’opera sarà festeggiato da tutta la Comunità di Montemaggiore.

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