Irruzione dei centri sociali a Torino negli uffici dell’assessore Chiorino

Non si ferma la campagna di critica dai toni molto forti che da qualche giorno ha messo nel mirino l’assessore regionale biellese Elena Chiorino. Lunedì, a Torino, negli uffici del suo assessorato di via Magenta, c’è stata una manifestazione di protesta nei suoi confronti per disperdere la quale è stato necessario richiedere l’intervento di carabinieri e agenti della Digos. Tutto è avvenuto in mattinata, quando una decina di persone, poi risultate essere appartenenti al centro sociale “Askatasuna” di Torino, uno dei più impegnati contro la costruzione della ferrovia ad alta velocità in Valsusa, si sono presentate in portineria e, forzando il blocco, si sono riversate negli uffici. In quel momento Elena Chiorino era assente, ma i manifestanti hanno comunque messo in scena la loro protesta, con volantini, striscioni e urlando slogan al megafono. Lo staff dell’assessore Chiorino, davanti a questa “invasione”, ha dovuto rinchiudersi in un ufficio per evitare contatti che avrebbero potuto anche diventare pericolosi. Il tema della protesta era il solito: l’aumento, annunciato da Elena Chiorino del prezzo dei pasti alla mensa universitaria da 1,80 a 2,15 euro. Un provvedimento che aveva causato nei giorni scorsi reazioni anche piuttosto violente, come l’esposizione sui social della sua foto a testa in giù e l’invito a utilizzare contro la sua persona «un po’ di Hazet 36», la famigerata chiave inglese che negli anni ’70 fu un’arma molto utilizzata durante gli scontri di piazza e gli agguati ai militanti avversari.
Ieri, però, la manifestazione, seppure più invasiva, non ha assunto toni particolarmente minacciosi o violenti, ma si è limitata a invocare una marcia indietro rispetto all’aumento del costo delle mese studentesche.
Il tutto è durato circa un’ora, dopodichè, all’arrivo delle forze dell’ordine, la situazione è tornata alla normalità con i manifestanti che se ne sono andati ordinatamente senza opporre resistenza.
«Questa storia va anti da tempo» ha commentato l’assessore Chiorino «ma non ho alcuna intenzione di cedere a queste minacce. L’aumento del costo delle mense è stato applicato per ragioni di bilancio, in un sistema di finanziamenti universitari in cui la Regione impegna circa 60 milioni solo per le borse di studio. Se poi pensiamo che per un bambino delle elementari i genitori debbono pagare ogni pasto 5 euro, ritenendo che un ritocco di 35 centesimi su un prezzo molto basso non sia così pesante. Il problema è che per certe persone in Italia contano solo i diritti, ma mai i doveri».

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