
Cronaca Locale / Biella
Domenica 28 Settembre 2025
La vicenda del Tempio Crematorio su Rai 3
Nel programma “Mi Manda Rai 3”. Ascoltato il comitato dei parenti delle vittime e il sindaco di Biella Marzio Olivero
Biella
«Nel corso degli anni ci siamo sentiti ripetere tante volte: “Massì, è solo un corpo... tanto è morto, non è più lì”. Quando le cose capitano agli altri, non si capisce realmente cosa significa per chi la vive». A parlare è Laura Attena, presidente di “A Casa con Me”, il comitato delle vittime delle cremazioni multiple al Tempio Crematorio di Biella. Lei, Alessandra Muggeo e il sindaco di Biella Marzio Olivero sono stati ospiti questa mattina del programma “Mi Manda Rai 3” condotto da Federico Ruffo e dedicato ai nuovi sviluppi dello scandalo scoppiato nel 2018.

«Mio papà è mancato a gennaio 2018» prosegue Laura. «Lo scandalo delle cremazioni fu reso noto a ottobre. In quei 7-8 mesi, nei momenti di sconforto, andavo al cimitero, prendevo il telefono e le cuffie, una la mettevo vicino al mio orecchio e l’altra vicina al loculo dove pensavo ci fosse papà. E ascoltavo uno dei suoi brani preferiti. Io adesso non riesco più a farlo perché per me papà lì non c’è».
Laura e Alessandra spiegano che «non si può fare il dna per capire se dentro le urne ci siano davvero i resti dei nostri cari. Purtroppo non ci sono residui abbastanza importanti come dimensioni per ricavare il dna, ma tutto lascia immaginare che le cose non sia state svolte in maniera adeguata. E nessuno, in tutta questa vicenda, ci ha mai chiesto scusa».

Alessandra Muggeo racconta di aver perso il nonno a maggio 2018. «Tutto per noi sembrava regolare, nessuno aveva mai avuto dei sospetti. Abbiamo saputo della vicenda da internet e dai giornali. All’inizio, quando sono venute fuori le prime notizie, pensavo che mio nonno non c’entrasse niente con la vicenda. Poi quando ho sentito che la situazione andava avanti dal 2017 ho realizzato che il caso riguardava anche la mia famiglia».
Da remoto era collegato anche il sindaco di Biella Marzio Olivero. Il Comune di Biella, non appena era emersa l’inchiesta, aveva subito ritirato la concessione di appalto all’azienda incaricata di gestire il Tempio, la Socrebi. Il processo penale si è già concluso con la condanna dei titolari a 4 anni e un mese per uno e 3 anni e 10 mesi per l’altro alla Corte d’Appello di Torino.
Adesso però è ancora in piedi un contenzioso civile, con la Socrebi che ha chiesto al Comune 1,8 milioni di euro. «Di questa vicenda l’aspetto economico è il meno importante» ha sottolineato Olivero. «Capisco il dolore e il vissuto delle famiglie. Noi abbiamo in piedi ancora due cause come Comune con Socrebi. La prima riguarda l’appello di una sentenza del 2024, con la quale Socrebi era stata chiamata a risarcire 184mila euro al Comune, di cui 84mila euro per danno patrimoniale e 100mila euro per danno di immagine. La sentenza adesso è stata impugnata dalla Socrebi. Poi, a maggio 2025, abbiamo ricevuto un atto di citazione con il quale ci vengono chiesti ulteriori 1,8 milioni di euro: da un lato viene reclamato un maggior valore che secondo la Socrebi aveva il Tempio al momento in cui è stato prima sequestrato e poi rimesso a disposizione del Comune; dall’altro vengono contestati degli interessi di un pagamento secondo loro avvenuto in ritardo. In realtà, il valore del Tempio Crematorio è stato risarcito dalla nuova società che ha assunto il servizio».
Conclude Olivero: «In pratica, da un lato la Socrebi ritiene di non doverci un risarcimento patrimoniale per il danno d’immagine. Dall’altro, ritiene di essere stata danneggiata perché la somma ristorata secondo loro era inferiore a quella dovuta». La causa è stata fissata al tribunale di Biella il 10 novembre 2025.
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