Revenge porn e molestie social. Le indagini del 2023

I dati diffusi dalla Polizia postale. Le vittime sono state donne che hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto

Il 2023 ha visto la polizia postale e delle comunicazioni porre in campo mirate attività volte a fronteggiare i complessi scenari legati ai crimini informatici. In particolare l’impegno della specialità è stato costantemente indirizzato negli ambiti della prevenzione e contrasto alla pedopornografia online, alla protezione delle infrastrutture critiche e sensibili, al financial cybercrime e a quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche, riconducibili a forme di fondamentalismo religioso e di estremismo politico ideologico, anche in contesti internazionali. Nel territorio biellese vi sono state due importanti operazioni di repressione nei confronti di reati contro la persona.

REVENGE PORN

Nel mese di agosto la polizia postale di Biella riusciva ad individuare, in tempi rapidissimi, un cittadino marocchino responsabile di gravissime condotte di revenge porn e molestie commesse contro una donna conosciuta online. Dopo una breve frequentazione, avvenuta tempo prima, la vittima aveva da subito notato alcuni atteggiamenti ambigui e anomali da parte dell’indagato, motivo per cui aveva deciso di interrompere immediatamente ogni rapporto; ciononostante, nei mesi successivi, aveva constatato la diffusione online delle proprie immagini intime, dei propri contatti personali, oltre alla creazione di alcuni account fake a lei riconducibili, utilizzati anche per pubblicare recensioni negative sul sito dell’azienda presso la quale lei stessa lavorava.

Lo stato di ansia e di smarrimento, unito al timore che la situazione degenerasse ulteriormente, spingeva la donna a chiedere aiuto alla polizia postale biellese per denunciare l’accaduto. Gli accertamenti consentivano in brevissimo tempo di identificare l’indagato, che non si era rassegnato alla fine della storia. Gli agenti scoprivano inoltre che l’uomo aveva volutamente mentito alla donna circa la propria reale identità, utilizzando un nome fittizio con il quale l’aveva raggirata sin dall’inizio della loro conoscenza.

La tempestiva perquisizione locale e informatica disposta dalla Procura, permetteva agli agenti della postale di individuare gli svariati account con i quali l’indagato aveva posto in essere le condotte illecite, e le relative immagini utilizzate, nel frattempo cancellate ma recuperate dallo smartphone sequestrato, ottenendo così le conferme circa gli elementi indiziari raccolti nelle indagini.

MOLESTIE SOCIAL

In questa area di contrasto, si segnala l’attività curata a settembre dello scorso anno sempre dalla Polizia Postale di Biella, in occasione della quale è stata denunciata una donna di 48 anni, residente in provincia di Vercelli, ritenuta responsabile di una vera e propria persecuzione in danno di coetanea, residente nel Biellese, che era diventata destinataria di feroci calunnie, diffuse tramite i social network attraverso l’impiego di account falsi. L’indagine faceva emergere, attraverso attività di perquisizione informatica condotta dagli specialisti della polizia postale, i profili falsi utilizzati e subito dopo cancellati.

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