Si finge nazista e gira un video in un supermercato: rinviato a giudizio

Diego Franz Nestori dovrà rispondere di discriminazione razziale: rischia fino a tre anni. Con lui anche due complici. Sentenza il 29 aprile

Lui si chiama Diego Franz Nestori. Anni fa aveva girato un video, intitolato “Olocausto”, in alcuni supermercati di Biella in cui si era finto un gerarca nazista. Al suo fianco aveva due complici, i fratelli Fabio e Andrea Porcu, che avevano impersonificato due ebrei detenuti nei campi di concentramento. Nel video si vede Nestori con un frustino in mano, inveire contro i due finti prigionieri e apostrofarli con termini come “sporchi ebrei”; inscenare addirittura un omicidio nei loro confronti; salire sul nastro trasportatore della cassa con il braccio teso nel saluto nazista e urlare “Heil Hitler”. Nestori aveva poi caricato il video sia su Facebook sia su YouTube. Provocazione o gesto antisemita? Lo stabilirà la giudice Cristina Moser il 29 aprile al tribunale di Biella: Diego Franz Nestori, difeso dall’avvocato Marco Cavicchioli, e Andrea e Fabio Porcu, difesi dall’avvocato Marco Romanello, sono stati infatti rinviati a giudizio l’altro giorno dalla gup Francesca Tortora per discriminazione etnica, razziale e religiosa. Rischiano fino a tre anni di carcere, anche se per i fratelli Porcu dovrebbe arrivare la prescrizione. Non appena il video era diventato virale, i tre erano stati denunciati dalla comunità ebraica e in particolare da Giacomo Zarfati, coordinatore nazionale della Sicurezza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, alla Digos di Roma. L’avvocato Cavicchioli era riuscito poi a trasferire il caso da Roma a Biella per eccezione di competenza territoriale.

La tesi della difesa punterà sul fatto che quella di Nestori e dei due fratelli Porcu fosse una provocazione per vedere la reazione della gente (nel video nessuno dei presenti nel supermercato sembra reagire in modo stizzito, molti anzi riprendono la scena con il cellulare e sembrano quasi divertiti); e che si fosse trattato di un comportamento non opportuno, ma che non vi fossero alla base motivazioni di carattere razzistico.

Sul proprio canale YouTube Nestori non è nuovo a video provocatori: in uno si è vestito da Rocky, è entrato sempre in un supermercato e ha iniziato a prendere a pugni delle caciotte; in un altro si è travestito da Superman. In pratica, delle candid camera di natura provocatoria e scherzosa. La difesa proverà anche a dimostrare che Nestori, che aveva poi rimosso il video e presentato una lettera di scuse alla comunità ebraica, non abbia mai avuto nella sua storia personale comportamenti razzistici. Anzi: un suo parente aveva anche combattuto nelle file della Resistenza.

Tommaso Levi, avvocato dell’accusa, che fa parte dell’associazione dei Giuristi Ebrei e anche della task force dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (un gruppo di avvocati che si occupano proprio di temi legati all’antisemitismo), punterà invece nella fase dibattimentale sul fatto che non sono tanto le idee di Nestori a essere sotto processo, ma la pericolosità del messaggio contenuto in un video diventato virale e che dunque è rimbalzato ovunque. Nel video emergono affermazioni di stampo antisemita e istigazione all’odio razziale, un tema più che mai delicato e potenzialmente pericoloso oggi con un aumento considerevole di episodi di antisemitismo in Italia, in Europa e nel mondo.

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