Strage di Busonengo. Chiesti sette anni e quattro mesi di carcere

A processo il 31enne che due estati fa ha ucciso tre giovani biellesi e ha ferito un quarto in un tragico incidente stradale

Sette anni e quattro mesi di reclusione. Questa è la richiesta formulata ieri dalla procura di Vercelli per Wellington Herman Lanas Orellana (31 anni) accusato di omicidio stradale plurimo, lesioni gravissime e guida in stato di ebbrezza.

Era l’alba del 5 giugno di due anni fa quando, a Busonengo, periferia di Vercelli, il 31enne, alla guida della sua Bmw, si scontrò con la Lancia Y su cui viaggiavano quattro giovani biellesi. Per tre di loro, Carmine Marotta (22 anni), Raffaele Petrillo e Alessandro Messina (entrambi 17enni), l’impatto risultò fatale. L’unico a salvarsi fu Stefano Tiani, 21 anni, il conducente dell’utilitaria.

Le perizie condotte sulle vetture e i rilievi sulla strada non avevano lasciato spazio a dubbi sulla dinamica dell’incidente inchiodando il 31enne di origini ecuadoregne, all’epoca, quasi per uno scherzo del destino, anche lui residente a Biella, nello stesso quartiere di Chiavazza dove vivevano le vittime.

A invadere la carreggiata era stata l’auto di Orellana che viaggiava ben al di sopra dei limiti, a 150 chilometri orari quando la Y viaggiava a circa 60 km/h. Le analisi poi avevano evidenziato che lo stesso Orellana era positivo all’alcoltest, con un tasso di 1.6 g/litro e alla cocaina.

Il processo, che si sta svolgendo con il rito abbreviato, dovrebbe concludersi il 28 marzo con la pronuncia della sentenza.

L’unica parte civile rimasta, dopo i risarcimenti alle famiglie delle vittime da parte dell’assicurazione, è quella che rappresenta il superstite Stefano Tiani. A rappresentare il giovane in aula è l’avvocato Lucia Acconci. Per il giovane il risarcimento è stato solo parziale. La legale si auspicava una richiesta più alta in considerazione che per il reato di omicidio stradale plurimo la pena base è di 18 anni, pena che comunque va scontata di un terzo per la scelta di rito.

L’imputato, che è stato sottoposto alla misura cautelare dei domiciliari per circa 2 mesi, attualmente non ha restrizioni ma starebbe seguendo un percorso di cura al Serd. Ad oggi non è più residente in provincia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA