
Città Studi da tutto esaurito per il K2 del Cai Biella
Evento E ora Cavalli & co. hanno nel mirino l’Annapurna, sulle tracce di Guido Machetto. Partenza a marzo
I biellesi amano la montagna e il successo della serata dedicata al K2 lo ha dimostrato ancora una volta. Tantissimi appassionati si sono ritrovati a Città Studi venerdì per l’evento del Cai di Biella che raccontava il forte legame tra la seconda montagna più alta del mondo e l’Italia e Biella in particolare.

1909, Vittorio Sella, il primo biellese in Karakorum
Presentata dal presidente del Cai Andrea Formagnana e dalla vice presidente Manuela Piana la serata evento è iniziata con la storia di Vittorio Sella, appassionato alpinista che, nel 1909, accompagnò il Duca degli Abruzzi alla scoperta del Karakorum in un tentativo di scalata al K2. Con le bellissime fotografie scattate da Sella, e ora conservate nella Fondazione che porta il nome della famiglia, il pubblico ha scoperto il fascino di quei luoghi allora lontanissimi e oggi più facili da raggiungere, ma sempre affascinanti. Fotografie che sono state utilissime a chi ha tentato la scalata del K2 ed in particolare alla spedizione di Desio che, nell’estate del 1954, raggiunse gli 8611 metri della montagna “degli Italiani” con Compagnoni e Lacedelli.
Ugo Angelino, l’uomo squadra del 1954. Gli si dedichi una via
Di quella squadra faceva parte l’alpinista biellese Ugo Angelino: a lui, Massimo Palazzi, avvocato con la passione dell’alpinismo e della storia, ha dedicato un libro, “L’uomo del K2”, che raccoglie gli scritti del grande alpinista biellese. «Un grande alpinista e un grande uomo – ha raccontato l’autore – che non aspirava al successo personale ma a quello della spedizione, sempre pronto a dare una mano». Ovazione della sala quando il presidente Formagnana ha chiesto che uno spazio pubblico della città sia intitolato alla sua memoria.
I cori Genzianella e Cesare Rinaldo e la cartolina che ha fatto emozionare Florido
I canti del Coro Genzianella e del Coro Cesare Rinaldo, il primo legatissimo a Ugo Angelino, fondato dal suo amico Nito Staich appena due anni prima della spedizione, il secondo nato a Coggiola, paese di origine della famiglia dell’alpinista, per accoglierlo al suo rientro, hanno regalato grandi emozioni. Non sono mancate le sorprese come la cartolina che tutti i coristi del Genzianella, ritraente il Mucrone dal belvedere del Camino, firmarono nell’estate del ’54 e inviarono a Angelino al Campo Base. Florido Serra, l’unico dei coristi di allora che ancora canta, si è commosso visibilmente e il pubblico lo ha applaudito calorosamente.
Il film e l’intervista ai protagonisti dell’estate 2024
Spettacolo puro le immagini realizzate dagli alpinisti della spedizione del Cai Biella nel corso dell’estate scorsa e montate dal giovane regista Yuri Palma. Da restare senza fiato quando sono passate sullo schermo le immagini dei voli in parapendio sul ghiacciaio Godwin Austen. Emozioni anche mentre i protagonisti hanno raccontato la loro grande avventura affrontando le difficoltà della scalata e il meteo implacabile e cattivo, con un vento fortissimo. L’accademico Gian Luca Cavalli, con l’alpinista peruviano Cesar Rosales e Donatella Barbera, medico della spedizione, si sono acclimatati sul Broad Peak, vetta di 8051 metri: Cavalli, giunto in vetta con Rosales, ha raccontato l’emozione del panorama dalla cima, e con lui l’amico peruviano in collegamento video. Tommaso Lamantia, anche lui accademico, e Matteo Sella, selezionato due anni fa per far parte dell’Eagle Team, una sorta di nazionale dell’alpinismo, con stupende immagini hanno raccontato la salita al K2, ostacolati da un vento fortissimo. Dopo un difficile acclimatamento Lamantia ha raggiunto la vetta, mentre Matteo Sella è stato costretto a rinunciare da una brutta infezione alle gengive. Del team biellese ha fatto parte anche Dario Reniero, di Valdagno. Anche lui è arrivato vicinissimo al suo primo 8000. Tutti hanno raccontato le loro emozioni intervistati dal giornalista, firma della Gazzetta dello Sport, Alessandro Filippini, rivivendo quei momenti unici che solo la montagna sa regalare con stupende visioni.

Un capo spedizione che ha fatto la differenza
Dal racconto dei protagonisti è emersa la grande capacità di leadership del gruppo di Gian Luca Cavalli. Un capo spedizione dai tratti umani non comuni. E forse si spiega così il successo della spedizione biellese che ha portato all’ascensione dei due ottomila sognati. Matteo Sella lo ha ricordato nel video: «Uno dei punti di forza è stato Gian Luca, perché ha avuto una mentalità vincente. Il fatto di non obbligare nessuno a fare nulla, di lasciare tutti liberi di seguire il loro istinto, ha fatto sì che ognuno si è trovato nel punto giusto al momento giusto».
Nelle foto di Pietro Sella gli effetti della crisi climatica
Fotografie uniche quelle mostrate al pubblico che testimoniano la montagna di oggi, così diversa da quella di 115 anni fa raccontata da Vittorio Sella. A parlare del cambiamento, terribile, di quelle grandi montagne, le fotografie che Pietro Sella, con l’aiuto del giovane nipote Leonardo, ha scattato nei punti esatti – cercati con grande precisione! - dove Vittorio Sella aveva scattato le foto nel 1909: ghiacciai assottigliatisi, pendii franosi, canaloni di sfasciumi sono la realtà del 2024! Immagini che non possono essere ignorate... Pietro e Leonardo Sella, con il presidente Formagnana, hanno vissuto l’emozione del raggiungere il Campo Base - circa 90 chilometri a piedi lungo la valle del Baltoro -, per essere là a festeggiare gli alpinisti.
Dal Karakorum un messaggio di pace
La chiusura della serata è toccata all’artista Paolo Barichello che ha presentato la sua opera DxPeaceSx che, di grandi dimensioni, è stata esposta al Forte di Bard e ha volato sui ghiacciai del Monte Rosa e del Monte Bianco. Una copia, più piccola, ha raggiunto con la spedizione biellese il campo base, portando un messaggio di pace, tanto importante oggi. Una grande idea, un’opera formata dai continenti uniti a creare una colomba, simbolo di pace.
Ora “la spedizione va avanti”, sull tracce di Machetto all’Annapurna
I canti di montagna hanno fatto rivivere tanti ricordi ai presenti, e l’arrivo sul palco di Alessandro Gogna ha commosso chi all’alpinismo ha legato emozioni della giovinezza ormai lontana. Con il grande alpinista protagonista dell’alpinismo degli anni ’70 il presidente Andrea Formagnana ha annunciato una grande avventura per gli alpinisti biellesi: nei prossimi mesi Cavalli e compagni andranno in Nepal, per scalare l’Annapurna, seguendo le orme di Guido Machetto e della sua spedizione del 1973, quando il gruppo fu colpito dalla morte di Miller Rava e Leo Cerruti travolti da una valanga . Un annuncio che è stato accolto con un grande applauso e dagli occhi lucidi di chi ha vissuto quei giorni lontani più di 50 anni.

( foto Alessandro Gogna)
Un grazie speciale a Claudio Negro per l’impegno nel Soccorso Alpino
Per Claudio Negro, che a dicembre ha terminato il suo mandato come delegato del Soccorso alpino la sezione del Cai ha voluto tributargli, a sorpresa un omaggio. Ed è stata standing ovation. Grande commozione, sempre nel segno di Angelino che, 75 anni fa, fu promotore del Centro Soccorso alpino biellese. E presto uscirà un libro dedicato scritto da Martino Borrione.
Le foto in mostra con Viaggio
Durante la serata è stata annunciata anche la mostra con le fotografie della spedizione che sarà realizzata nell’ambito della rassegna Viaggio, organizzata da Sile Libero, nei mesi estivi. La mostra sarà realizzata con la collaborazione di Fondazione Sella.
La spedizione va avanti! Raccolto il testimone di Ugo Angelino
Di Andrea Formagnana
La spedizione va avanti! Così erano soliti salutarsi i membri della spedizione Italia K2 del 1954. Gli ultimi a scambiarsi questo saluto furono il biellese Ugo Angelino e il bolzanino Erich Abram. Ugo Angelino ci lasciò il 23 dicembre del 2016, l’amico il 16 gennaio, a distanza di neppure un mese. A raccogliere la loro eredità sono stati, l’estate scorsa, gli alpinisti del team del Cai Biella composto dai due accademici Gian Luca Cavalli e Tommaso Lamantia, dal giovane Matteo Sella (Eagle Team), da Donatella Barbera, Cesar Rosales e Dario Reniero, impegnati nel Karakorum (Pakistan). Sì, la spedizione va avanti! Tommaso, a luglio è salito in vetta alla seconda montagna più alta del mondo, 8611 m., Matteo si è fermato a 8200, provato da settimane di sofferenza per una infenzione alla gengiva. Gian Luca e Cesar sono saliti in vetta al Broad Peak, 8051 m. Tutti, insieme ai team dei francesi, con cui hanno condiviso l’accampamento per due mesi, hanno prestato soccorso ai due sci alpinisti valtellinesi, Secchi e Majori, in gravi difficoltà nella discesa del K2. Gian Luca e Cesar hanno rinunciato alla loro occasione di vetta - l’estate del 2024 è stata caratterizzata da condizioni meteo difficili - ma, lo rifarebbero. Lo rifarebbero perché in montagna bisogna restare umani... E sull’importanza dei valori di quell’umanesimo che oggi, sotto il peso delle guerre, tendono ad arretrare, i biellesi hanno portato al Campo Base l’opera dell’artista Paolo Barichello, un messaggio di pace al mondo. Venerdì sera, a Città Studi, oltre 600 persone hanno assistito, alla proiezione in anteprima del docufilm di Yuri Palma ”Karakorum 2”. Il film racconta quella che il giornalista Alessandro Filippini, firma della Gazzetta dello Sport, grande esperto di alpinismo, ha definito “spedizione fantasma”. Già spedizione fantasma in quanto completamente ignorata dalla narrazione ufficiale della spedizione “femminile“, svoltasi sotto la direzione di Agostino Da Polenza, narrazione realizzata per la Rai da Massimiliano Ossini. E pensare che le alpiniste pakistane, ingaggiate nel team femminile, sono state tesserate dalla sezione di Biella del Cai. Tanta emozione nelle note del Coro Genzianella, che nel 1954, inviò una cartolina a Ugo Angelino, al Campo Base, e del Coro Cesare Rinaldo di Coggiola, nato in quello stesso 1954, per accogliere l’alpinista biellese, la cui famiglia era originaria di quel paese, al ritorno della spedizione. I cori hanno intonato Belle Rose e Montagne Valdotaines, dalla colonna sonora del film di Baldi. Presente anche Alessandro Gogna, compagno di tante avventure del biellese Guido Machetto, per presentare la prossima spedizione di cui saranno protagonisti Cavalli, Rosales e Barbera: l’Annapurna! Sì, la spedizione va davvero avanti!
A Biella pionieri delle terre alt(r)e
Di Andrea Formagnana
Questione di background, forse. Sta di fatto che a Biella c’è un clima culturale e sociale che ha permesso la nascita di una vera e propria scuola di alpinismo. Che non è solo e semplicemente andare a scalare. L’alpinismo è un’azione culturale, è conoscenza di se stessi, conoscenza della montagna, è padroneggiare una tecnica. Perché se grazie al biellese Quintino Sella è nato il Club alpino italiano, dopo di lui c’è stato Vittorio Sella, pioniere della fotografia di montagna. Come lui c’è stato Mario Piacenza. E poi non scordiamo padre De Agostini, il salesiano esploratore e missionario in Patagonia. Nel dopoguerra grazie ad una generazione di uomini eccezionali nasce il Soccorso alpino, in anticipo di 4 anni rispetto al Corpo nazionale. Tra loro ci sono Ugo Angelino, Carlo Ramella e Nito Staich. Nito, biellese d’adozione, trasformerà il tradizionale canto in montagna, nei rifugi, nel Coro Genzianella. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 del secolo scorso, cambia il mondo, cambiano i riferimenti culturali, la società. E cambia anche il modo di andare in montagna. Siamo all’alba del “Nuovo mattino”, così si chiamerà quella rivoluzione gentile di arrampicare. La vetta non è poi più così importante, si privilegia lo stile. C’è una nuova etica dell’andare in montagna. Nasce lo “stile alpino” nelle spedizioni extraeuropee: spedizioni leggere, in autonomia, senza portatori. E tra gli iniziatori di questo nuovo modo di intendere l’alpinismo c’è Guido Machetto. Pronto a prendere la sua eredità c’era un fortissimo alpinista, Miller Rava, la cui vita tragicamente finì nel 1973 sull’Annapurna. Quella tradizione arriva fino all’oggi attraverso nomi conosciuti, farli tutti è impossibile, basti citare Penasa, Rosso, Cavalli e oggi questa tradizione è pronta a fare il salto generazionale con il giovane Matteo Sella.
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