Da Graglia a Cuneo per la grande mostra di Lotto e Tibaldi
La sezione dedicata alla devozione lauretana è stata curata da Claudia Ghiraldello che giovedì terrà una conferenza
Il 24 novembre a Cuneo, precisamente nella sede del complesso monumentale di San Francesco, è stata inaugurata la mostra “Lorenzo Lotto-Pellegrino Tibaldi. Capolavori della Santa Casa di Loreto” curata da Vito Punzi direttore del Museo Pontificio di Loreto. Il progetto è finanziato da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con la Delegazione Pontificia Santuario della Santa Casa di Loreto e con il patrocinio del Comune di Cuneo, della Provincia di Cuneo e della Regione Piemonte.
L’esposizione intende presentare al pubblico i capolavori che Lorenzo Lotto creò per la Cappella del Coro della Basilica di Loreto; si tratta di sette opere che costituiscono il cosiddetto “ciclo lauretano” del pittore. Oggetto della mostra, con le opere del Lotto, sono anche due importanti affreschi staccati di Pellegrino Tibaldi, allo stesso modo provenienti dal Museo Pontificio di Loreto e in origine realizzati per la Cappella di San Giovanni della Chiesa di Santa Maria (ora Cappella Americana).
Ne emergono interessanti punti di contatto tra Lotto e Tibaldi, argomento che questa mostra intende approfondire dal momento che finora la mancanza di testimonianze che attestino qualsiasi comunicazione tra i due artisti, unita alla differenza d’età e la derivazione da un diverso percorso d’arte, non aveva permesso di ipotizzare un loro legame. In tempi recenti si ha invece ragione di presumere un influsso del Lotto sul Tibaldi.
Una sezione di questa mostra è stata curata dall’esperta d’arte Claudia Ghiraldello che ha prodotto un ampio studio sulla diffusione della fede lauretana in Piemonte. Numerosi i siti studiati nelle otto province che compongono questa regione. Come ha evidenziato la stessa studiosa nel catalogo che accompagna la mostra, «è ambizioso il progetto di ricognizione dei siti dedicati alla figura della Madonna lauretana in Piemonte perché la fede in questa figura mariana è da sempre alquanto presente in questa terra. È Maria, ‘advocata’ per eccellenza, il centro delle preghiere, nel suo essere Madre divina che accoglie le suppliche del fedele. La basilica di Loreto, casa madre di questo culto, fu iniziata nel 1468 e continuò ad essere arricchita in termini di arredo durante tutto il XVI secolo. Fu un’eco prodigiosa quella che ne derivò per altri centri di devozione cui si diede eroico impulso».
Ampio spazio all’interno della mostra viene dedicato al Santuario lauretano di Graglia e al suo cuore pulsante, ossia la cappella della Santa Casa che si trova lateralmente all’altare maggiore e sul cui altare posa una statua della Madonna lauretana scolpita intorno al 1620 da un artista di Torino; importante poi l’ancona dell’altare maggiore che raffigura il volo della Santa Casa. La Ghiraldello scrive: «La fede nei confronti della Madonna di Loreto nel Piemonte, così come nel resto della nostra penisola italiana, si sviluppò tramite la proliferazione di statue, di più grandi e più piccole dimensioni, ma anche attraverso la realizzazione di dipinti ad hoc, che anzi talora la statuaria maturò proprio sulla falsariga di un’originaria dipintura». La studiosa, nel saggio del catalogo, ha evidenziato l’importanza della realtà gragliese, sia per quanto concerne i manufatti artistici sia per quanto relativo al sacello che è stato costruito sulla falsariga di quello marchigiano e questo perché, come ha voluto precisare, forte è la testimonianza dell’ampio raggio di azione della devozione lauretana piemontese anche mediante la diffusa creazione di edifici religiosi che riproducono proprio le misure della Santa Casa. Da Graglia a Domodossola, da Alessandria a Chivasso, da Cerretto Langhe a Cherasco, da Saluzzo a Costigliole d’Asti, da Varallo alla stessa Cuneo, per fare solo alcuni esempi, sono davvero numerosi i siti studiati e valorizzati dall’esperta d’arte in questo progetto.
Presente all’inaugurazione anche il rettore del Santuario di Graglia don Eugenio Zampa il quale ha sottolineato come questa mostra si riveli un’importante occasione per il santuario gragliese che è rientrato nel censimento dei siti lauretani piemontesi. Come evidenziato dallo stesso rettore, l’aver messo in connessione il santuario biellese con la Terra santa e Loreto ha dato indubbiamente buoni frutti sia in termini di valorizzazione del patrimonio di arte e di storia sia in termini di proposta di fede per quanti, pellegrini e turisti, decidono di cogliere l’importanza di un’offerta culturale che si presenta anche come uno strumento valido per un approfondimento personale. Durante la prima parte dell’inaugurazione era presente la stampa che si è rivelata molto curiosa nei confronti della realtà del santuario biellese, chiedendo in proposito interviste e approfondimenti alla stessa Ghiraldello. Durante l’incontro pomeridiano allo stesso modo i visitatori si sono soffermati a lungo ad ammirare la sala della devozione lauretana piemontese e hanno chiesto delucidazioni sia sul santuario gragliese sia sul manufatto della statua che, come ha spiegato la curatrice, venne considerata taumaturgica e dunque foriera di miracoli. Era presente all’inaugurazione il sindaco di Cuneo Patrizia Masassero la quale ha evidenziato l’importanza per la città della realtà del complesso monumentale di San Francesco che sta realizzando mostre di grandissimo impatto a partire da quella dello scorso anno “I colori della fede a Venezia. Tiziano, Tintoretto, Veronese” che ha registrato ben 35.000 presenze. La scommessa è quella di proseguire sulla medesima strada instaurando un dialogo proficuo tra arte, storia e sociale. Il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, a sua volta, ha sottolineato come la partecipazione di Intesa Sanpaolo a questa iniziativa rientri nella più ampia missione della banca in ambito culturale con la consapevolezza che è profondo il legame identitario tra il patrimonio culturale e le comunità di riferimento. Presente anche il Vicario Generale della Delegazione Pontificia don Bernardino Giordano il quale ha portato il saluto dell’Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto Fabio Dal Cin. Proprio l’Arcivescovo, nella prefazione del catalogo, ha evidenziato l’importanza della conservazione e del restauro dei manufatti di arte che si rivelano parimenti testimonianze significative della devozione; ha inoltre sottolineato l’efficacia del censimento effettuato nella sezione della mostra relativa alla devozione lauretana in Piemonte dal momento che questo censimento ha portato all’attenzione del fedele e del visitatore la ricchezza di dipinti, statue e affreschi conservati in chiese e oratori che a volte sono di richiamo, ma a volte sono poco conosciuti; proprio per questo l’averli rintracciati e catalogati è assolutamente meritorio. Don Giordano, da parte sua, ha sottolineato in particolare come sia importante “fare casa” e come partendo dalla Santa Casa lauretana sia fondamentale fare una professione di fede che muova dai buoni sentimenti di accoglienza del prossimo e di condivisione del bello e del buono in termini di arte e fede. Ancora, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Ezio Raviola ha evidenziato la validità della sinergia tra Intesa Sanpaolo e Cassa di Risparmio di Cuneo, sinergia che sta promuovendo iniziative di alto livello e che intende in questo modo valorizzare il forte legame con il territorio. Lo stesso Raviola ha illustrato le iniziative collaterali cui questa mostra ha dato vita. Tra questi eventi è stata inserita una conferenza di don Eugenio Zampa e di Claudia Ghiraldello, conferenza nella quale il sacerdote tratterà della realtà di fede gragliese e la Ghiraldello del tema della mostra da lei sviluppato. La conferenza si terrà il giorno 7 dicembre a Saluzzo nella sala delle conferenze del Quartiere, in piazza Montebello 1, alle 17.30. La mostra cuneese resterà aperta fino al 17 marzo.
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