
Doraemon e Puffi: il neo-pop
è in mostra
Da domani saranno esposti i lavori di Davide Mancosu nella sua “ReAnimation Supalova Party”
La galleria Zaion apre le sue porte alla prima mostra della stagione, con le opere pittoriche e scultoree di Davide Mancosu. Domani alle 18.30 verrà inaugurata “ReAnimation Supalova Party” di Davide Mancosu a cura di Igor Zanti. Protagonisti dell’esposizione, i beniamini dei bambini degli anni ’80, Doraemon e i Puffi, personaggi che hanno avuto un’influenza molto importante sulla cultura contemporanea.
Sebbene i cartoni rappresentino un primo approccio ai valori della vita, al senso della giustizia, all’amicizia e al trionfo del bene, l’intenzione dell’artista non si traduce in una operazione nostalgica ma, piuttosto, in un recupero di un lessico iconografico in senso assolutamente pop, una riflessione di tipo sociologico sul valore iconico degli anime giapponesi e dei cartoni animati e di come questi ultimi siano divenuti elementi interpretativi della società e dell’arte contemporanea.
L’artista rende omaggio a Doraemon, buffo gatto robot personaggio principale di fortunatissime serie di manga e di anime, facendolo diventare il protagonista di diverse sue tele. Doraemon è stato talmente influente nella cultura nipponica da essere stato nominato dal primo ministro giapponese ambasciatore della cultura manga nel mondo e tra i protagonisti della mostra del 2003, curata dal celeberrimo artista Takashi Murakami, intitolata Little Boy: The Arts of Japan’s Exploding Subculture.
Proprio Mancosu, infatti, nei primi anni Duemila è stato tra i primi ad interpretare e favorire la diffusione della cultura neopop di matrice giapponese in Italia. L’introduzione, poi, di opere scultoree, pittoriche e grafiche dedicate ai Puffi - i simpatici esserini blu inventati dal belga Peyo sul finire degli anni ’50 - è anche un diretto riferimento al valore sociologico dei personaggi. Mancosu plasma la figura neutra e malleabile del Puffo, facendogli assumere le forme e le attitudini dei più grandi artisti contemporanei, mischiando il citazionismo e l’operazione nostalgia con un’analisi del mondo dell’arte. “ReAnimation Supalova Party” può apparire, quindi, un percorso di facile lettura e divertente, ma l’obiettivo dell’artista, come capita in tutte le mostre di stampo neo pop, è di sottoporre lo spettatore ad un sottile tranello in cui i personaggi che occhieggiano da tele e sculture non sono innocenti e ironiche rappresentazioni, ma sono il mezzo per entrare in un secondo livello di lettura dove gli accenti infantili lasciano spazio alla cruda realtà del mondo dell’arte contemporanea.
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