Il festival Diecidecimi
promette una nuova Biella

Ripensare la città è possibile, con entusiasmo capacità e visione: qualità che non mancano ai giovani organizzatori

L’arte, la cultura, uno sguardo critico e attento sul modo in cui viviamo, il confronto schietto e propositivo possono essere il motore per rigenerare la città?

Si hanno pochi dubbi ascoltando il gruppo di giovani che ieri a Palazzo Oropa hanno presentato il progetto Diecidecimi: il nome rimanda al concetto di visione e alla capacità di guardare lontano. E a loro non manca: con entusiasmo contagioso hanno raccontato la loro idea di cambiamento. Biella può voltare pagina se si riflette insieme sulle possibili modalità di dare una vita nuova e diversa ai tanti luoghi della città.

E per contaminare di idee e voglia di fare tutto il territorio, il gruppo di giovani ha organizzato il primo “Diecidecimi Art Festival”, un’occasione per respirare un’aria nuova attraverso performance, dibattiti, incontri con artisti e visite a luoghi poco conosciuti ma degni di attenzione.

Riccardo Leonesi, presidente del Leo Club e consigliere comunale a Biella, ha spiegato la nascita del progetto, che risale circa a un anno fa: «Il nostro intento è di unire rigenerazione urbana ad arte, cultura, dialogo e confronto. Vorremmo che questa prima edizione fosse il volano per ripensare Biella e i suoi spazi, in una visione al passo con i tempi». Sara Gentile, assessore alla cultura, ha messo in evidenza l’approccio dei giovani organizzatori, ricordando la genialità di Le Corbusier nell’ambito della rigenerazione. «Il loro approccio è più minuto, ma ugualmente attento e lungimirante: prende in considerazione gli angoli meno conosciuti della città e ne immagina un nuovo possibile futuro». Alla direzione del festival c’è Gaia Zanone, che ha spiegato la collaborazione con l’architetto biellese Franco Fortunato: «È stato un felice incontro, che testimonia quanto crediamo nell’intergenerazionalità». I giovani organizzatori hanno tutti meno di 35 anni, ma hanno immaginato un festival per tutte le fasce di età. «La riappropriazione cittadina dei beni storici è tra i nostri obiettivi» ha detto Zanone «perché ogni cittadino si senta parte di questa città». La project manager Camilla Daniele ha raccontato il programma dei due fine settimana di festival, mentre Sofia Parola, presente per rappresentare il Fai Giovani di Biella, ha spiegato che al centro della giornata di sabato 26 ottobre ci sarà il gasometro di Chivazza: un luogo abbandonato che ha molte potenzialità, su cui i giovani di Diecidecimi ritengono si debba riflettere. Infine Francesca Maffeo, in rappresentanza del Leo Club biellese, ha messo in evidenza il significato del dibattito pubblico previsto domenica 27 ottobre.

Il programma

L’apertura del festival è sabato 19 ottobre alle 18 all’interno di Spazio Linea (in via Italia 65), con l’inaugurazione della mostra “Le Forme dell’abitare” con 17 dei 150 artisti che hanno risposto alla call. Domenica 20 ottobre dalle 11 alle 12.30 è previsto un talk, sempre allo Spazio Linea: sarà presente l’artista Dario Pruonto, curatore di “Casa Museo Caos”, in dialogo con Daniele Licata.

Dalle 15.30 alle 17.30 laboratorio per famiglie di disegno e storytelling con Gaia Zanone (prenotazioni scrivendo a [email protected]).

Il festival prosegue venerdì 25 ottobre con la performance multimediale visiva e sonora “Abrash” (Spazio Linea dalle 21.15 alle 23) a cura di Stefano Giorgi, artista, e Vittorio Garis, strumentista.

Sabato 26 ottobre appuntamento al BI-BOx Art Space (alle 10.30) per il talk “La città che vorrei” (prenotazione al 392 5166749). Dalle 14.30 alle 18 visite guidate a cura del Fai Giovani Biella al Gasometro di Chiavazza. Alle 22 allo Spazio Hydro è previsto il live set con “Piedi per terra - movimento cosciente”.

Domenica 27 ottobre alle 14.30 nello Spazio Linea dibattito pubblico su “Rigenerare Biella: da dove iniziare?” con gli architetti Beatrice Agulli, Matteo Migliaccio, Franco Fortunato e con l’assessore Sara Gentile. L’evento è organizzato in collaborazione con il Leo Club. Infine alle 17.30 il finissage: una serata conviviale in cui immaginare il futuro del festival (questa, promettono gli organizzatori, è solo la prima di una lunga serie di edizioni) e della città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA