Il futuro impresso in un’opera d’arte

È stata inaugurata alla Fondazione Sella e a Palazzo Ferrero “Il passato che saremo” con i reportage del Festival di Lodi e le opere degli studenti che hanno partecipato al progetto di Anna Fileppo

Ci sono state la freschezza di un debutto e l’intensità di un’iniziativa che ha un grande potenziale nell’inaugurazione della mostra “Il passato che saremo”, venerdì scorso nelle sale della Fondazione Sella. Anna Fileppo, organizzatrice dell’esposizione, e Alberto Prina, direttore del Festival della Fotografia Etica di Lodi, con Angelica Sella e l’assessore all’istruzione Gabriella Bessone hanno presentato al pubblico una parte della mostra spiegando le finalità del progetto che ha coinvolto gli studenti di diverse scuole superiori e le persone con disabilità seguite dalla cooperativa Domus Laetitiae. Due i filoni: quello espresso con sorprendente capacità creativa dagli studenti che, osservando le immagini scattate nell’abbandonata villa Trossi hanno declinato la loro espressività realizzando opere colorate, moderne e vivaci, immaginando il nuovo futuro dell’edificio storico. Una parte dei loro lavori si può ammirare al Lanificio, l’altra parte a Palazzo Ferrero, dove pure hanno trovato casa espositiva due dei quattro reportage fotografici messi a disposizione dal Festival di Lodi. Questo il secondo filone, quello che ha portato a Biella i coraggiosi lavori di quattro fotografi premiati: imperdibili le immagini del francese Vincent Tremeau, che con i suoi ritratti di “One Day, I will” ha messo su carta sogni e speranze di bambini che vivono in Paesi poveri. Lo stesso si può dire degli Alpaqueros di Alessandro Cinque, che ha condotto un interessante studio sulla situazione peruviana e il cambiamento climatico. Ancora di ambiente si parla in Eustasy di Felipe Fittipaldi, brasiliano, mentre si sensibilizza alle esperienze di responsabilizzazione civile con le immagini scattate da Isabella Franceschini, in “Diventare cittadini”.

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