
“Il giardino del tempo”: Lloyd compie 10 anni e festeggia in libreria
Lo scrittore biellese Simone Tempia celebra questo anniversario con i lettori e fa un bilancio del tempo trascorso
L’intuizione del tempo è da sempre fonte di interesse delle più grandi menti dall’antichità ad oggi. Ma a prescindere da ogni teoria, quello che possiamo considerare è che il tempo scorre, senza possibilità di esserne del tutto padroni, permettendoci di afferrarlo pochi istanti alla volta. Quello che rimane è considerare quanto ne abbiamo vissuto e come impiegare quello che resta. È proprio in occasione delle ricorrenze, che si è portati a fare queste riflessioni, valutando l’uso che se ne è fatto, se lo si è perso nel tentativo di rincorrerlo o se, al contrario, è servito per crescere, imparare, costruire. Sono passati 10 anni da quando è nata la pagina “Vita con Lloyd”, 10 anni dal primo dialogo di Sir e del maggiordomo più amato d’Italia. Per consacrare l’anniversario, il loro creatore, Simone Tempia, festeggia insieme a tutti i suoi lettori con un’altra pubblicazione, in libreria dal 15 ottobre, “Vita con Lloyd – Il giardino del tempo”, un affascinante viaggio in un giardino interiore, che è alla fine il giardino che ognuno di noi cerca di coltivare ogni giorno con più o meno consapevolezza, guidati da parole totalizzanti, disarmanti nella loro semplicità, ma che con saggezza ci aiutano a comprendere meglio noi stessi e il senso di quello che accade: «Dopo 10 anni viene spontaneo guardarsi indietro e considerare quanto tempo è passato, cosa è cambiato» afferma l’autore. «Sono passato dall’essere un trentenne ad essere un quarantenne, sono diventato papà, ho cambiato lavoro e la città dove vivo. Il tempo è passato e tutto è cambiato. Sono cresciuto con Lloyd e Lloyd è molto più consapevole, molto più preciso, è vivo, molto meno immaginario di quanto visto fino ad oggi al netto dei dialoghi. C’è, interagisce e vede il mondo». Una nuova raccolta di dialoghi che riflette, inquadrando un angolo di volta in volta diverso del giardino, una concezione del tempo che va al di là della distinzione tra quantitativa e qualitativa, tra Chronos, il tempo lineare dato dallo scorrere dei minuti, incalzante e fagocitante come il dio Chronos che divora i suoi figli, e Kairos, soggettivo, indefinito, il tempo opportuno per agire, come la sfuggente divinità che lo personifica: «Non è semplice parlare del tempo in maniera originale perché le metafore legate ad esso sono la sabbia, l’acqua, lo scorrere» spiega Tempia. «Di solito lo percepiamo come una realtà orizzontale, la mia visione del tempo è, invece, verticale, cresce. Ho cercato di immaginare quale fosse la metafora applicabile al mondo di Lloyd più confacente, arrivando all’idea che ogni parte del giardino sia un tipo di tempo diverso. Ai concetti greci Chronos e Kairos, tempi che avanzano a velocità diverse, ho creato ulteriori divisioni, non legati alla nostalgia ma a ciò che viviamo, perché il tempo che viviamo può essere il tempo delle cose che non si possono controllare, il tempo della serenità, il tempo del dolore, il tempo della vita quando prende pieghe inaspettate. Tanti tempi diversi, che a volte viviamo contemporaneamente, a volte sovrapposti, a volte lineari. Le rose, il tempo delle cose che non puoi controllare, sbocciano quando vogliono loro; c’è l’angolo delle piante morte, perché quello è il tempo delle cose che devi avere il coraggio di lasciare andare; il giardino dedicato alle piante aromatiche è il tempo delle cose piccole ma che fanno grande profumo; il bosco degli alberi di Natale che è il tempo degli amici, in cui a ogni albero piantumato ho dato il nome della persona che ha reso speciale quell’anno; il giardino dell’infinito è, infine, un angolo di giardino immaginario in cui decido di non coltivarci nulla e aspetto di vedere cosa crescerà perché, a volte, abbiamo il tempo di ciò che deve spuntare naturalmente e spesso quel tempo non ce lo diamo mai».
Anche in questo capitolo della serie dei fortunati best-seller di Simone Tempia il lettore avrà modo di riconoscere la sua quotidianità, trovando sempre nelle parole del maggiordomo una diversa prospettiva che ci ricorda che nulla è mai perduto, che non siamo soli nelle difficoltà, che la strada verso una vita felice è sempre una scelta di singoli passi e che, come disse Rita Levi Montalcini, “è meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita”.
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