La pioggia su tela: i capolavori intimi di Nazer in mostra

Sarà inaugurata giovedì alle 19 nel centro culturale “Conti Avogadro di Cerrione” la personale dell’artista

Nella serata di giovedì 30 novembre il centro culturale “Conti Avogadro di Cerrione” inaugurerà una mostra pittorica curata da chi scrive e realizzata con opere di Fausto Nazer.

Quest’artista, nato a Venasca di Cuneo, dove tuttora abita, è da sempre attratto dal disegno e dalla pittura. Risale al 1994 la sua prima esposizione, alla quale ne sono seguite innumerevoli altre, in Italia e all’estero. Ha ottenuto premi e riconoscimenti. Tra l’altro ha vinto il 1° premio al concorso internazionale di pittura “PITTArt” nell’aprile del 2011 ed è stato il 1° classificato al concorso di pittura indetto dalla redazione di “Ad-Art’’ nel febbraio 2012. Si è aggiudicato il 1° premio della città di Alessandria (sezione pittura) nel marzo 2012 ed è stato vincitore del premio biennale “Gondola dell’Arte” di Venezia per la creatività nell’aprile 2012. Ha ottenuto il premio biennale “Nobel dell’Arte” di Montecarlo nell’ottobre 2012 e il premio della critica per meriti artistici alla manifestazione “Sguardi d’Autore” nell’aprile 2013 a Bari. Ha vinto il 1° premio al concorso internazionale d’arte “Tiepolo Arte” nell’aprile 2016 a Milano, il 1° premio al concorso internazionale d’arte nel marzo 2019 a Lerici e il 1° premio al concorso internazionale d’arte nel giugno 2020 a Mogliano Veneto. È stato selezionato dalla Galleria Spazio Ottagoni a Roma e a Palermo dalla redazione della rivista “Effetto Arte’’. È stato censito nel Catalogo di Arte Moderna Mondadori (dal 2017 al 2022) e nell’Atlante dell’Arte De Agostini (2019). Attualmente è in mostra allo Spazio Miromesnil a Parigi.

Diventato famoso come “pittore della pioggia’’, ha scelto di ritrarre questo elemento naturale perché da sempre se ne è sentito attirato. Nato come paesaggista di gusto macchiaiolo, Nazer ama il realismo, anzi una forma particolare d’arte da lui definita “nuovo-realismo’’. Perché è cambiato il contesto, sono cambiate le prospettive e il colore per quest’artista è diventato più che mai potenza di espressione, ma è un colore “sui generis”, acceso dalle luci della notte, dagli specchi della pioggia caduta sulla terra, sulle persone, sugli ombrelli. Nazer è un figurativo che, nella modernità, vuole ritrovare il classico. Adora l’olio su tela, ma su tela ha sperimentato anche l’acrilico. Ha dipinto con il caffè e con la china e ha financo creato sculture di ghiaccio, di notevolissime dimensioni. Il ghiaccio, l’acqua, nuovamente la pioggia... Il raffigurare la pioggia da parte di Fausto Nazer vuole essere segno di intima serenità e si pone come tentativo di coinvolgere il riguardante nel vivere la stessa intimità. La città inumidita o bagnata dalla pioggia assume un aspetto magico... gli oggetti mutano prospettiva e le creature umane vengono assorbite entro l’atmosfera d’incanto che si viene a concretizzare. I colori prediletti da quest’artista sono tenui, con accostamenti sfumati, mai netti, per sottolineare l’essenza delle realtà presentate. Nazer coinvolge il suo pubblico e proprio questa è la sua scommessa vinta: fare emozionare chi osserva i suoi dipinti, toccarne le corde interiori. È una vita parallela quella vissuta dalle creature di Nazer le quali sotto la pioggia, per scelta o per necessità, si vengono a trovare. Ci sono gli affetti nascosti sotto l’ombrello... i fidanzati che si baciano, gli sposi che si sostengono a vicenda... è la condivisione di un momento di grande serenità avente come complice proprio la pioggia che crea un contesto di benessere psicologico.

Ma la pioggia può talora essere altro... può essere invasione dall’alto, può essere pericolo avvolgente e sconvolgente. In alcuni dipinti di Nazer l’ombrello si pone, infatti, come elemento di protezione dal male del mondo. È il riparo sicuro, nel grigiore della metropoli o del paesello, è lo scudo magico che nella forma curva fa rimbalzare l’urto del maligno, allontanandolo per sempre. Da ultimo, nelle opere di quest’artista, c’è l’ombrello capovolto... si trova, ad esempio, nel quadro che raffigura un soldato che non vuole combattere, che preferisce giocare con un gattino il quale è solo, come lui. L’ombrello è rovesciato perché non protegge, perché uomo e animale, nell’infuriare della guerra, sono allo scoperto, sono in pericolo. Il pensiero corre, ahimè, ai terribili conflitti attualmente in corso. Nazer non si schiera. Volutamente il soldato non ha segni di riconoscimento, nel senso che non è né ucraino, né russo, né palestinese, né israeliano... Rappresenta tutti i soldati del mondo... soldati che hanno combattuto e che ancora combattono, ma hanno voglia di pace, sempre e comunque. E allora la risposta è nel gattino, debole creatura. È nel semplice, è nel piccolo.

Siamo in periodo natalizio. La mente corre ai propositi del “bonum facere’’, all’insegna del trionfo del bene sul male in ricordo della cristiana Natività. Ma le circostanze, lo si è detto, sono angoscianti. Quanta sofferenza! Pare che nulla sia cambiato dal tempo della nascita di Cristo e ancora tutto debba essere conquistato in termini di rispetto, comprensione, amore. Ancora e sempre abbiamo bisogno di ombrelli perché le azioni tristi ci circondano, la paura non è scemata, i brutti pensieri ci tormentano. E il sangue degli innocenti viene tuttora versato. Se anche l’Arte può contribuire affinché si smuovano le coscienze e abbia a trionfare finalmente il bene, l’augurio è quello che la carriera di Nazer prosegua con l’entusiasmo che sempre l’ha contraddistinta e che, in parallelo, non abbiano mai a mancare gli “ombrelli” buoni, quelli che, tenuti nel giusto verso, proteggono dal male. La mostra, inaugurata alle 19, è a ingresso libero e sarà visitabile fino al 10 dicembre nei giorni di sabato e domenica dalle 15 alle 18 oppure su appuntamento. Info: [email protected] 349 0848997.

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