“Pensiero stupendo” con Didi Garbaccio

La giovane artista biellese è protagonista del nuovo podcast appena registrato con Ted Martin Consoli, tra danza e teatro

Una giovane attrice pronta a spiccare il volo verso grandi orizzonti, ma che come la rondine torna, quando può, nel suo nido biellese e offre al suo territorio uno spaccato della sua vitalità e un anticipo di quello che potrebbe essere un futuro promettente come showgirl a tutto campo dal teatro al cinema, dalla danza al canto. Ecco come possiamo presentare Didi Garbaccio Bogin, 31 anni di Valdilana.

Didi, per qualche tempo sei dei “nostri”?

Sì, sono tornata a “casa”, tra un lavoro e l’altro con vari progetti in campo e altri in testa come l’adesione a bandi di residenza e probabili debutti, con l’intenzione per dicembre e gennaio di dedicarmi alla scrittura della tesi per la laurea in “Linguaggi dei media, teatro ed eventi culturali” della facoltà di lettere e filosofia dell’Università Cattolica di Milano. La docente infatti ha approvato la mia proposta di un confronto tra due diverse regie di “Madre Courage e i suoi figli ” di Brecht alla luce della mia personale esperienza con la regia di Elena Gigliotti al Teatro Nazionale di Genova. E’ stata una prova attoriale difficile perché interpretavo una ragazza muta e ho dovuto quindi lavorare su me stessa per dare forma a tutta l’espressività possibile del mio personaggio che si relazionava agli altri attori senza l’uso della parola.

Come è nata la passione per il teatro?

Me lo chiedono in tanti. In realtà dopo anni di atletica, ho iniziato a frequentare corsi di danza alla scuola Arabesque di Biella con Stefania Vannucci, che è stata una grande maestra per me, ed immaginavo il mio futuro come danzatrice. Poi ho iniziato a leggere testi teatrali e ad appassionarmi, e intanto nella scuola di teatro “Quelli di Grock” che frequentavo a Milano, hanno iniziato a propormi provini e piccole parti. Così sono poi entrata alla Civica D’arte Drammatica Nico Pepe a Udine. Sono stata fortunata perché mi sono diplomata nel 2021 in pieno anno Covid, ma ho iniziato subito a lavorare su più ambiti, girando tra grandi città come Roma, Milano, Trieste, Genova, Torino anche grazie a una lunga tournée con “il Crogiuolo” di Filippo Dini, produzione Teatro Stabile di Torino.

Pensi anche al cinema?

C’è anche nel cassetto il desiderio del cinema ovviamente. Al momento ho partecipato a un film dal titolo “Pheriferic Love” di Luc Walpoth, molto proiettato in Svizzera. L’augurio che per me arrivi qualche bella occasione anche sul grande schermo è tanta, ma tempo al tempo, non si può avere tutto e subito.

Parole e voce sono fondamentali nel podcast “Pensiero stupendo” che hai appena registrato con Ted Martin Consoli. Com’è andata?

“Pensiero stupendo” è un progetto che è nato come spettacolo con la regia di Omar Giorgio Makhoufi: una performance tra teatro, danza e canto che si basa anche sulla mia esperienza biografica di italo-brasiliana. Si racconta di Calimera, una bambina di colore che adora Patty Pravo e vorrebbe cantare come lei, ma si scontra con la sua “diversità” e sull’essere trattata come “altra”. La novità sta nel rendere tutto ciò solo con la voce e in una dimensione di staticità. Ho invitato alcune persone a sentire questo podcast e tutti hanno sottolineato il potere immaginifico della parola e la particolarità dell’esperienza che intendo distribuire con qualche canale. Anche le parole danzano!

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