Tre docufilm raccontano il Santuario di Graglia

Saranno presentati venerdì nel teatro Comunale i lavori di Claudia Ghiraldello, Alfredo Minervini e Alessandro Quattrone

Uno scrigno di storia, di arte e di fede. Questa è la realtà del Santuario di Graglia che promuove se stessa con la creazione di tre documentari. Sono stati realizzati dallo “Studio Imago” nelle persone di Claudia Ghiraldello, Alfredo Minervini e Alessandro Quattrone e sono stati promossi dalla Fondazione del Santuario.

I tre documentari saranno proiettati nel Teatro Comunale di Graglia (si trova in piazza Danilo Astrua) alle ore 21 del 18 ottobre e l’evento vedrà la presenza del sindaco di Graglia Marco Astrua, del presidente della Fondazione Santuario di Graglia Riccardo Lunardon, del rettore del Santuario don Eugenio Zampa e dei tre autori.

I contenuti dei video

Questi video raccontano aspetti diversi del Santuario gragliese che custodisce la secentesca statua della Madonna lauretana realizzata da uno scultore torinese e già considerata taumaturgica.

Nel primo video si presenta questo complesso religioso come contenitore di un patrimonio culturale di grande importanza. Si sottolineano le valenze devozionali che lo caratterizzano, ma anche i tanti elementi decorativi che nel tempo lo hanno abbellito.

Tra questi elementi spiccano in particolare le opere pittoriche di due artisti che a Graglia sono nati e si sono distinti per grande impegno e rara capacità, ossia Cipriano Borrione e Paolo Giovanni Crida. Proprio su questi due artisti sono imperniati gli altri due video.

Il progetto per Graglia

La realtà gragliese è ricca di cultura e la Fondazione del Santuario ha creduto fortemente in questo progetto di valorizzazione tramite la realizzazione dei tre documentari che offrono agli occhi dello spettatore aspetti insoliti e molto interessanti.

Claudia Ghiraldello si è occupata delle ricerche storico-artistiche e, in collaborazione con Quattrone, ha scritto la sceneggiatura; è stata anche la figura narrante presente nei vari video.

Le abbiamo chiesto come si è sentita in questo ruolo: «Posso dire che è stato molto intrigante. Non voglio svelare alcunché, ma i nostri documentari presentano colpi di scena giocati per così dire tra passato e presente. È stato bello immaginare di vivere a contatto con il passato perché quel passato l’ho fatto in un certo senso rivivere tramite le mie ricerche e trovarmelo poi ricreato dal vivo mi ha fatto grande impressione. Ho studiato a lungo sia il pittore Cipriano Borrione che il pittore Paolo Giovanni Crida ed averne riscoperto non solo l’attività artistica, ma anche la figura umana è stato davvero coinvolgente. Con i nostri video abbiamo inteso trasmettere emozione e speriamo di aver centrato l’obiettivo; sicuramente noi ci siamo emozionati».

Regista dei video è stato Alessandro Quattrone, che ha alle spalle una formazione in regia a Roma e ha collaborato con Rai e Sky. Alla domanda sul perché Quattrone abbia voluto creare questo gruppo di lavoro, appunto “Studio Imago”, ha risposto: «Perché credo che Claudia come storica ed esperta d’arte abbia le competenze giuste per approfondire a 360° tematiche legate alla ricostruzione del passato; anche Alfredo, che ha collaborato con me per le immagini e per la musica, riesce sempre a dare il giusto apporto in termini di equilibrio e suggestione. Con la nostra opera intendiamo portare il Biellese fuori dai suoi confini perché crediamo fermamente che abbia la potenzialità per farlo. Il Biellese è un territorio senza dubbio ricco di cultura e di tradizione; penso, perciò, che abbia molte carte valide da giocare per una promozione turistica a largo raggio».

Alfredo Minervini, videomaker e musicista compositore, ha lavorato con Rai, Sky e Mediaset. Per questo progetto ha realizzato le riprese e ha creato le tre colonne sonore originali. Gli abbiamo chiesto come ha vissuto questa esperienza: «Mi piace fare musica e devo dire che questo progetto mi ha entusiasmato. La mia musica vuole sottolineare lo stato d’animo dei personaggi narrati e nello stesso tempo deve coinvolgere chi la ascolta. Spero di essere riuscito in questo intento e di aver saputo trasmettere emozione a chi vedrà i documentari che sono rivolti a un pubblico di specialisti, ma anche di persone comuni, che abbiano voglia di conoscere le proprie radici».

Hanno integrato il progetto tre attori, Mirko Cherchi, Roberta Correale e Carlo Sirio, che hanno permesso l’aggancio con la fonte storica. Puntuali sono state la ricerca per quanto riguarda i costumi e la contestualizzazione dei fatti narrati. L’ingresso alla proiezione è libero.

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