Da Biella la norma per quantificare l’emissione di microplastiche

Questa nuova metodologia è frutto di un intenso lavoro di cinque anni. Una collaborazione tra Aquafil e Cnr Stiima

Per risolvere un problema, bisogna prima di tutto conoscerlo ed essere in grado di quantificarlo.

Finora esistevano solo delle stime sulle quantità di microplastiche rilasciate dai tessuti (come per cosmetici, pneumatici e vernici) ma a Biella, capitale della lana, dal 2014 si lavora anche su questo tema con assoluta autorevolezza. Tanto che il gruppo trentino Aquafil incontinua ricerca di nuovi modelli produttivi per lo sviluppo sostenibile, si è affidato all’Istituto di Sistemi industriali intelligenti per il manifatturiero avanzato (Stiima) del Consiglio azionale ricerche (Cnr) che ha sede a Città Studi, per arrivare alla pubblicazione del primo sistema standardizzato e globale di misurazione delle microplastiche: la Iso 4484-2:2023.

«Con molto orgoglio diamo la comunicazione al mondo tessile»si legge sul sito dell’azienda leader nell’economia circolare, che produce principalmente fibre sintetiche e in particolare Nylon.

Offrire a designer e stilisti la possibilità di creare i propri prodotti secondo una prospettiva di eco-design

«La norma pensata da Aquafil vuole offrire a designer e stilisti la possibilità di creare i propri prodotti secondo una prospettiva di eco-design; la metodologia è frutto di un intenso lavoro di 5 anni che ha coinvolto il Cnr Stiima di Biella con la commissione tecnica tessile di Uni CT 046”. «Stiamo lavorando sul tema dal 2014» spiega Raffaella Mossotti responsabile della ricerca insieme a Giulia Dalla Fontana e Anastasia Anceschi. «Il primo passo è stato mosso su indicazione della Commissione Europea con il progetto Life-Mermaids dove eravamo coinvolti come partner. Una linea di ricerca che aveva lo scopo di determinare le microplastiche rilasciate durante un ciclo di lavaggio in lavatrice e per capire nel processo di finissaggio come rallentare il rilascio. Non c’era però un protocollo analitico, e in questo Biella è stata pioniere avendo conoscenze tessili e capacità di riconoscimento delle fibre».

Aquafil si è così rivolta al Cnr Stiima mettendo a disposizione il suo staff, guidato dal manager Tiziano Battistini, la sua ampia esperienza in materia e,non in ultimo, anche una borsa di studio per un giovane ricercatore che ha partecipato attivamente al progetto.

Dal microscopio elettronico alle strumentazioni di nuova generazione

«Dieci anni fa eravamo partiti con un microscopio elettronico mentre oggi disponiamo di strumentazioni come il Micro-FTIR che sfrutta la radiazione a raggi infrarossi e che accoppiato a un microscopio ottico ci consente di identificare, misurare e conteggiare le microplastiche contenute in uno scarico di processo e di lavaggio tessile».

L’obiettivo della norma è stato quindi quello di arrivare a un linguaggio codificato, a un protocollo che possa essere il mezzo per porre limiti a livello legislativo e sia contemporaneamente d’aiuto alle aziende nella scelta di nuove linee produttive più sostenibili.

«Oltre che uno standard di sostenibilità, la norma Iso 4484-2 può diventare anche un potente strumento legislativo» conferma Aquafil. «Se fino a oggi, per ridurre le microplastiche, la Commissione Europea poteva optare solo per specifici divieti a prodotti di consumo, ora si ha a disposizione una norma che facilita la legiferazione di limiti e regole per tutta la supply chain del tessile».

«La collaborazione è stata utile per approfondire ulteriormente il tema. E per aprire nuovi orizzonti in futuro» conclude Mossotti.

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