Al comando arrivano i giovani

Il cambio di passo avviene anche nel Biellese fra nuove e storiche imprese «Rivoluzione digitale, welfare, organizzazione aziendale e passaggio generazionale possono dare lunga vita alle nostre imprese»

C’è un cambio di passo nel Biellese. E la sensazione è che mai come in questa fase storica la generazione nata allo scadere del ‘900 sia chiamata ad assumere nuovi ruoli e responsabilità crescenti in azienda. Mettendo fine a un passato che per consuetudine (e per pigrizia) vedeva il timone aziendale lasciato a oltranza e in via esclusiva nelle mani dei padri.

«Con l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia e i conflitti bellici alle porte dell’Europa, è cambiato il modo di guardare il mondo» commenta Stefano Sanna, presidente del Gruppo Giovani imprenditori dell’Unione industriale. «Sono capitate più cose negli ultimi tre anni che nei precedenti dieci e questi eventi hanno portato le persone a riconsiderare anche la propria vita lavorativa, a ogni livello. In tutti i settori c’è stata un’accelerazione del ricambio generazionale e basta guardarsi intorno per cogliere tanti esempi. Anche nel Biellese si sta affermando una nuova classe di manager e imprenditori tra i 30 e i 40 anni, che stanno prendendo le redini di aziende rappresentative del territorio».

Malgrado i dati della Camera di Commercio raccontino le difficoltà per i ragazzi che vogliono fare impresa (in dieci anni in Piemonte si sono perse quasi 8mila imprese giovanili: nel terzo trimestre 2023 in Piemonte erano 36.737 contro le 45.305 del 2014) Sanna conferma il fatto di scorgere molti protagonisti nuovi coinvolti nel sistema produttivo biellese, dalle storiche imprese famigliari alle nuove realtà partite da zero. «Di esempi ce ne sono tanti» conferma. «E ciò che è ammirevole è come in molti casi questi giovani siano riusciti sin da subito a imprimere un’accelerazione».

Sono i trentenni che hanno imparato a condividere i progetti e le sfide imprenditoriali, cosa che nel Biellese raramente accadeva fra imprenditori, grandi e piccoli. «Il fatto di collaborare si unisce oggi al desiderio di fare impresa, con la consapevolezza di come questo atteggiamento oltre a un vantaggio competitivo, garantisca la continuità aziendale e allarghi gli orizzonti».

Il Gruppo Giovani è attualmente impegnato nella scrittura dell’Agenda strategica Biella 2050 sulla scia di quanto avviene in Confindustria Piemonte. Il documento traccia un orizzonte temporale verso cui proiettare le imprese e il futuro della manifattura, che è e resterà il pilastro portante del distretto.

«Sono tre le priorità per l’industria: è necessaria una forte attenzione al tema della ricerca applicata, così come sta avvenendo in Germania o, per restare sul territorio, come avviene per esempio a Magnolab, dove un gruppo di giovani imprenditori ha creato una filiera attraverso la quale fare sperimentazione e ricerca. L’organizzazione aziendale è un’altra materia fondamentale, che tocca e porta a compimento i passaggi più importanti e delicati nella vita di un’impresa, dalla rivoluzione digitale al passaggio generazionale. E infine, abbiamo appreso come il welfare sia un capitolo imprescindibile: far star bene chi lavora con noi si traduce in progresso per il sistema produttivo all’interno del quale è compresa la società tutta».

Se la mission di Confindustria è quella di contribuire al miglioramento delle condizioni così da favorire la crescita dell’economia italiana, il Gruppo si propone di promuovere l’iniziativa imprenditoriale fra i giovani e fra le donne, offrendo soprattutto a chi non ha una cultura imprenditoriale alle spalle, la “cassetta degli attrezzi” per poter realizzare nuove idee d’impresa, crescere e competere.

«Non è un atteggiamento che assumiamo perché è “giusto e bello”, ma perché funziona. Oggi la convivenza fra diverse generazioni in azienda è ineludibile quanto salutare per poter garantire la continuità alle nostre organizzazioni. A trent’anni si è adulti e in grado di assumersi la responsabilità di guidare un’impresa e non disporre di una sensibilità che favorisca questo passaggio è un rischio. Dobbiamo farci portatori di una cultura d’impresa che sia di ispirazione, come un valore capace di attrarre e mantenere sul territorio nuove persone puntando sulla qualità della vita che il Biellese può certamente offrire»

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