Il segreto è nel gomitolo

L’Aguglieria conquista la stabilità. Ferri e uncinetto piacciono ai giovani Grazie alla rivoluzione digitale e agli influencer, la clientela tradizionale si sta sostituendo con un target che tocca gli under 30

Nelle aule dell’università Bicocca di Milano a fine anno è nato il primo laboratorio di uncinetto e lavoro a maglia gestito dagli studenti. Il potere antistress del knitting da tempo è riconosciuto da studi scientifici che ne dimostrano i benefici. E non è un caso che proprio da Biella, con Gomitolorosa sia partita la «lana terapia» che negli ospedali, nelle sale d’attesa dei reparti oncologici ha offerto ai pazienti in cura aghi e uncinetti dall’effetto calmante. Oggi il lavoro a maglia ha fatto un nuovo passo avanti, è diventato un’occasione per socializzare, scambiarsi consigli e liberare la mente. E’ passione per molti e una scoperta per i giovani, fa bene al cervello quanto lo yoga.

Se una volta era l’aguglieria di convenienza, quando le maglie si facevano in casa perché costavano meno, oggi il concetto si è ribaltato virando sulla gratificazione personale, sul passatempo creativo. Nel Biellese, pietra miliare fu la Filatura di Crosa che negli Anni 80 fu promotrice e fucina di tecnici di altissimo profilo. Ma il distretto, fra alti e bassi, ha mantenuto comunque alta la testa.

«Siamo un punto di riferimento ancora molto importante nel mondo» conferma Marco Bortolini, alla presidenza della sezione Filati Uib e titolare di Di.Vè. (con 20 milioni di gomitoli all’anno). «LaTurchia è forte sulle linee standardizzate e sul cotone, il Pratese ha un suo peso, ma sulle produzioni “customizzate” ovvero a misura del cliente, il Biellese è riconosciuto per la sua eccellenza. Le vendite sono concentrate soprattutto sul centro e Nord Europa; in Usa, Far East e Giappone dove c’è meno attenzione alla qualità elevata che contraddistingue i nostri prodotti, siamo meno presenti».

E non è solo il filato a rappresentare un punto d’onore per il territorio laniero. Anche per confezionare un gomitolo ci vuole arte, quel saper fare che dà rotondità, aspetto vaporoso, ricco e compatto, un tocco finale di un terziario di eccellenza che viaggia in parallelo con i produttori di macchine tessili e che scommette sull’alta tecnologia e su un’attitudine a innovare che attira le filature di tutto il mondo. «Non a caso abbiamo nel Biellese ottime aziende e non in ultimo la numero uno delle gomitolature più strutturate e all’avanguardia a livello globale» conferma Bortolini.

Con un 2021 eccezionale, un 2022 buono e un 23 con il vento in poppa, il settore aguglieria in questi ultimi anni, seppure su dimensioni contenute rispetto ai filati per tessitura e maglieria in cui il Biellese è leader, viaggia spedito. «Ovviamente è difficile fare previsioni ma possiamo affermare che grazie alla rivoluzione digitale, agli influencer che sono decisamente giovani, la clientela tradizionale si sta sostituendo con un target nuovo e questo lascia supporre prospettive di stabilità anche se l’hobby, la voglia di creare, il relax che il lavoro a maglia rappresenta sono fattori ondivaghi, piuttosto legati alla moda» conclude Bortolini. In linea con le riflessioni anche Lana Gatto, marchio storico biellese: «Siamo fiduciosi su questa rinnovata passione per ferri e uncinetto. Dopo il boom del periodo Covid, che ci aveva colto decisamente impreparati, oggi ci siamo assestati su standard normali. L’estero è il mercato che funziona meglio da sempre. Vendiamo ai negozi in Italia e ai grossisti oltreconfine. Per noi, che siamo all’interno del Gruppo Tollegno 1900, l’aguglieria ha numeri diversi da quelli dei filati industriali ma ha comunque il suo peso e richiede impegno. Un esempio? Solo per il nostro best sellers realizzato in lana Merino abbiamo una cartella colori di 125 referenze».

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