
Economia & Società / Biella
Martedì 23 Settembre 2025
Inaugurata la 64a edizione del salone Filo
“Innovazione, Sostenibilità, Legalità: il futuro del Made In Italy” i tema della cerimonia di apertura

Si è svolta questa mattina a Fiera Milano Rho la cerimonia di apertura della 64a edizione di Filo, dal titolo “Innovazione, Sostenibilità, Legalità: il futuro del Made In Italy”.
A introdurre l’evento è stato Paolo Monfermoso, responsabile di Filo,ricordando due date fondamentali, il 1994 anno in cui si svolse la prima edizione e il 2025 con la scelta di spostare il salone nella sede di Fiera Milano Rho : «Un traguardo importante» ha detto. «Oggi la fiera conta 109 espositori di cui 68 italiani e 41 stranieri, provenienti da sedici nazioni: Austria, Cina, Egitto, Finlandia, Francia, Giappone, India, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan, Turchia, Usa, Uzbekistan» ha evidenziato la collezione “Made in Filo” realizzata dal creativo Rossano Bisio partendo dai filati degli espositori: un impegno che si rinnova due volte all’anno,per meglio valorizzare tecnologia e materiali studiati dalle filature.
Paolo Barberis Canonico, presidente dell’Unione Industriale Biellese, si è soffermato su alcuni concetti. «Il primo, la sostenibilità, va letto non come un’imposizione, ma come un grande vantaggio competitivo che noi aziende italiane ci siamo guadagnate con investimenti e impegno imprenditoriale e che adesso dobbiamo far valere sui mercati. Il secondo concetto è l’aggregazione: le nostre industrie sono aggredite da sistemi economici e non singole aziende, strutturati e ben organizzati. La risposta a questa aggressione è associarci: dobbiamo rinunciare a una piccola parte di sovranità aziendale per ottenere obiettivi molto più grandi». Barberis Canonico ha concluso il suo intervento con invitando gli imprenditori a essere più propositivi, anche verso il legislatore, e a partecipare in maniera attiva ai vari tavoli tecnici, la sede migliore dove esporre proposte, idee e obiettivi del settore.
Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte ha ricordato che «Filo è molto più di una fiera: è una vetrina internazionale che conferma il Piemonte e l’Italia come punto di riferimento per il tessile di qualità. Innovazione, sostenibilità e legalità non sono slogan, ma i pilastri su cui costruire il futuro del Made in Italy, e Filo dimostra come il nostro sistema produttivo sappia tradurli in progetti concreti. Oggi più che mai è necessario un approccio serio alla circolarità capace di trasformare la sfida del riuso dei materiali in un’opportunità di crescita. Come Regione siamo al fianco delle imprese che investono su qualità, competenze e creatività: è questa la strada per rafforzare la competitività internazionale e garantire lavoro e sviluppo per i nostri territori»
Ha poi ricordato che il tessile piemontese sarà protagonista anche al Padiglione Italia dell’Expo di Osaka, con l’evento “Antichi telai, nuove visioni: Piemonte e Giappone uniti in nome di un tessile sostenibile”: «un’occasione unica per raccontare al mondo la forza innovativa delle nostre radici».
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è intervenuto con un videomessaggio in cui ha evidenziato il fatto che Filo sia ormai un evento imprescindibile per il tessile Made in Italy. «Davanti a noi abbiamo la sfida delle filiere circolari, il governo la affronta con con politiche e iniziative che capaci di generare valore economico. Sono certo che anche stavolta il settore tessile non solo saprà affrontare la sfida, ma la utilizzerà per rafforzare la propria leadership nei mercati di tutto il mondo».
La tavola rotonda è stata al centro della seconda parte dell’evento di inaugurazione di Filo64. Nella sua introduzione, la giornalista Laura Ricardi, che ha moderato la discussione, ha richiamato l’attenzione su un «tessile che sta cambiando molto e che si trova oggi in una situazione congiunturale non brillante. Ci sono però segnali di miglioramento che confermano la solidità di un sistema che ha tutti i giusti presupposti per affrontare con successo le sfide di innovazione, sostenibilità e legalità».
La parola è passata a Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, che ribadito la necessità di difendere la filiera tessile made in Italy: «Senza trasparenza, rispetto delle regole e tutela delle persone e del lavoro non può esserci né innovazione né sostenibilità: la legalità è dunque uno dei pilastri necessari del Made in Italy. Difendere la filiera legale significa difendere la qualità, l’etica e la reputazione internazionale del nostro settore. Come Confindustria Moda lavoriamo ogni giorno per sostenere le imprese che investono in questi valori, perché la legalità non è un costo, ma un vantaggio competitivo che tutela le aziende sane e rafforza l’intero sistema-paese. Il futuro del Made in Italy sarà sempre più intrecciato con legalità, sostenibilità e innovazione: questa è la nostra sfida e, al tempo stesso, la nostra più grande opportunità per continuare a rendere la moda italiana un punto di riferimento nel mondo. Filiera e brand devono essere compatti nella difesa di questi valori».
Per Francesca Rulli, Co-founder Ympact e Founder 4sustainability: «La moda sostenibile non è più una scelta, ma una responsabilità condivisa. Strumenti come la tracciabilità, il passaporto digitale e la misurazione di rischi e impatti ambientali e sociali stanno trasformando le filiere, rendendole più etiche, trasparenti e competitive. Dopo una fase iniziale più disordinata, la transizione si sta consolidando su priorità chiare e sta assumendo una dimensione sistemica. In un Paese come l’Italia, dove know-how, responsabilità e innovazione sono da sempre fattori distintivi, questo approccio strutturato è partito ormai da anni: con Ympact oggi sono 3500 le aziende italiane che hanno avviato la valutazione dei rischi e misurazione degli impatti ESG e oltre 300 quelle che hanno scelto di sostenere verifiche periodiche sul loro livello di implementazione con Assurance 4sustainability».
Nel suo intervento Giovanni Marchi, presidente MagnoLab, ha spiegato: «L’innovazione genera valore quando è collaborativa e sistemica. In MagnoLab connettiamo expertise specialistiche lungo l’intera filiera per trasformare le intuizioni in soluzioni pronte all’applicazione: questa è la convinzione da cui siamo partiti e l’esperienza ci conferma che i progetti si sviluppano meglio in un network capace di valorizzare la specificità di ogni attore e la sua complementarità con il resto della rete. Il nostro invito alle imprese che desiderano affrontare i temi dell’economia circolare è di incontrarci e di progettare insieme nuove vie di sostenibilità, per il settore tessile e non solo».
Ultimo ospite è stato il vicedirettore di Confindustria Moda e referente associativo Retex.Green, Mauro Chezzi, che si è soffermato sulle regole europee: «Per la filiera tessile/moda, il percorso normativo per la transizione sostenibile è confermato in tutte le tappe fondamentali. È di questi giorni la notizia che il Parlamento europeo ha approvato l’introduzione dell’obbligo per gli Stati membri di istituire regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per il settore tessile. La Commissaria Ue all’economia circolare ha spronato gli Stati membri a non attendere i 20 mesi previsti dalla direttiva per le implementazioni nazionali. Su questo l’Italia è già avanti: la bozza di decreto è già in predisposizione e se ne prevede la pubblicazione in Gazzetta ufficiale entro l’anno. Ciò significa che si avvicina rapidamente il momento in cui i produttori dovranno farsi carico della concreta gestione della raccolta, selezione e riciclo dei rifiuti tessili. Retex.green sta già definendo il proprio modello operativo. E’ una mossa vincente prendere parte alle attività del Consorzio per essere aggiornati sui nuovi adempimenti, comprendere le ricadute della nuova normativa sulla propria operatività e partecipare alle scelte sul nuovo assetto regolamentare. L’invito che mi sento di fare è di prepararsi a sfruttare le opportunità che si prospettano alle aziende».
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