Microplastiche addio: Cnr e PoliTo al lavoro per trovare soluzioni

A Città Studi . Il progetto Summit mira a limitare il rilascio delle particelle. Regione Piemonte e aziende biellesi (Filidea, Maggia e TF2000) impegnate in sinergia

Microplastiche, piccolissime, insidiose, sfuggenti, capaci di superare durante il lavaggio domestico di un tessuto o un capo finito, il filtro della lavatrice e i sistemi di trattamento delle acque, finendo per contaminare fiumi, mari e oceani, per chiudere la loro corsa nel cibo che mangiamo minacciando al contempo l’ecosistema del Pianeta.

Il progetto Summit (SUstainable Mitigation of Microplastics In Textile), che rientra nel Programma della Regione Piemonte, si sta sviluppando a Biella nei laboratori di Città Studi, con l’obiettivo di quantificare e confrontare i risultati di rilascio in modo standardizzato per approdare a una valutazione oggettiva delle strategie di mitigazione. Per la prima volta, il tema viene affrontato con un approccio sinergico grazie alla partecipazione di aziende che rappresentano l’intera filiera tessile, dalla filatura alla confezione. Con il team di Raffaella Mossotti del Cnr Stiima, e Ada Ferri del dipartimento di Scienze applicate e tecnologia del Politecnico di Torino, collaborano infatti quattro partner Tintoria Finissaggio 2000, Maglificio Maggia e Tessitura Pertile (di Chieri) coordinati da Filidea. Completano la squadra due universitari tesisti e un laureato borsista in Ingegneria dei materiali del PoliTo.

Tra i traguardi dell’iniziativa c’è la definizione dei criteri di ecodesign, al fine di minimizzare il futuro rilascio delle particelle, con l’obiettivo di ripensare e ottimizzare i processi produttivi per ridurre l’impatto ambientale fin dall’origine. «La finalità è quella di studiare strutture e parametri del tessuto per capire se sono correlate all’emissione di microplastiche durante il lavaggio, così da poter poi formulare indicazioni e linee guida utili ai produttorii» spiega Ferri. «Abbiamo a tal proposito un apparecchiatura specifica che permette di conteggiare, misurare e identificare le particelle rilasciate» aggiunge Mossotti.

Inoltre, Summit punta a sviluppare un trattamento «anti-rilascio» innovativo, a basso impatto ambientale e duraturo da applicare in filatura o finissaggio per aumentare la resistenza all’abrasione senza compromettere le proprietà meccaniche, termiche e di comfort dei tessuti, limitando il rilascio delle sostanze. «Non in ultimo le microplastiche fibrose raccolte dai lavaggi dei manufatti tessili saranno testate per studiare l’impatto eco-tossicologico su colture cellulari in vitro» concludono le ricercatrici.

«Si sta cercando una soluzione a un problema di cui si parla molto ma al momento si è fatto ancora molto poco. Ottenere un risultato sarebbe utile e di valodurante un lavaggio, re non solo sull’asse della produzione ma anche nell’ottica della responsabilità ambientale.Il progetto è un’opportunità concreta di ricerca e sviluppo che mette a sistema le diverse competenze, esperienze e impegno verso un futuro più pulito per l’industria tessile» commenta Marco Bardelle di TF2000.

«Il Maglificio Maggia è entusiasta di partecipare a Summit, un progetto di filiera che può aiutare a fornire risultati concreti a un problema annoso. Essendo coinvolte anche tre aziende di MagnoLab, assume ancor più significato quale concretizzazione del grande lavoro che stiamo portando avanti come rete di imprese in ambito di sostenibilità» aggiunge Giovanna Maggia.

Summit, che ha un costo complessivo di 1,570 milioni di euro, si concluderà nel 2027.

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