Milano Unica: aspettiamo il risveglio della Cina

La 38esima edizione apre martedì. Crescono gli espositori «La frenata sull’anno appena iniziato era prevedibile. Auspichiamo un miglioramento sulla seconda parte del 2024»

La grande assente è stata la Cina. Ma il potente volano del lusso per tutto il ‘23 ha fatto crescere l’abbigliamento a 112 miliardi e il tessile, con un più 3 per cento, a 64 miliardi. «In sostanza un anno buono. E la soddisfazione fra gli imprenditori è unanime» commenta il presidente di Milano Unica, Alessandro Barberis Canonico, a pochi giorni di distanza dall’apertura del Salone (in calendario per martedì 30). Il trend positivo trova conferma anche nelle adesioni alla fiera italiana dedicata ai tessuti e agli accessori moda di fascia alta: sull’expo di luglio ‘23 (con le collezioni invernali) si contano una cinquantina di espositori in più mentre sono addirittura 134 le aziende nuove comparate allo scorso febbraio.

«Il Nord Europa e gli Usa sono andati bene. In effetti per la Cina ci aspettavamo un rimbalzo post pandemia simile a quello registrato sugli altri mercati ma i consumi sono stati frenati da più di una causa, dalla crisi immobiliare alla sfiducia in borsa. Attendiamo però fiduciosi i prossimi passi del governo». Il rallentamento generale sull’anno appena iniziato, dopo tre stagioni forse addirittura «eccessive», era dunque prevedibile.

«I volumi nei magazzini negli ultimi mesi sono aumentati e nel ‘24 dovremo smaltirli, per questo immaginiamo sei mesi meno performanti in attesa di una seconda parte dell’anno più dinamica. Le aspettative sono riposte sugli Stati Uniti e sull’Europa fatta salva la Germania che è in difficoltà. Idem per Corea e Giappone dove ci aspettiamo una ripresa». Le collezioni P/E 2025 che saranno in vetrina si collocano dunque in un momento di profonda trasformazione. Gli sconvolgimenti ambientali, sociali, scientifici e tecnologici vanno di pari passo con i conflitti bellici. «La situazione nelCanale di Suez è la meno preoccupante e pesa fondamentalmente soprattutto sul commercio delle lane. I tempi di consegna si potrebbero allungare di 5, 7 giorni ma i costi di trasporto sono in buona parte compensati da un calo di prezzo della materia prima. I valori delle fonti energetiche invece sono purtroppo stabili verso l’alto e per le nostre imprese, particolarmente energivore, questo è un handicap. La guerra invece condiziona mercati importanti, quello russo su tutti. E’ vero che i grossi volumi li facciamo altrove e l’impasse della Cina, che negli ultimi 15, 20 anni assorbiva buona parte del nostro export, è quello più grave». Per tre giorni i corridoi di Fiera Milano a Rho si affolleranno di visitatori italiani e stranieri spalmati su oltre 600 stand.

Il tema della cerimonia inaugurale della 38esima edizione (martedì alle 10,30) sarà dedicato all’Intelligenza Artificiale: prospettive e sfide per il settore tessile e accessori. L’ascesa della realtà aumentata e dell’AI stanno conquistando terreno, sia in termini di estetica che di processi sulle nuove produzioni. Come del resto la sostenibilità che ormai da tempo accompagna buona parte delle collezioni delle aziende. L’area dedicata del salone sta infatti reclamando più spazio. «Sono sempre di più i tessuti dai contenuti etici. Avevamo iniziato con 58 brand che avevano mandato campioni sostenibili, in questa edizione siamo arrivati a 295. Il fatto che siano 5 volte tanto vuol dire che anche Milano Unica ha avuto un suo ruolo, ma non è sufficiente. Abbiamo constatato che i buyer e i visitatori affollano sempre di più quest’area dove, auspichiamo, ci sia sempre più partecipazione da parte degli espositori».

Il salone intanto, mentre strizza l’occhio alle collezioni donna, una rarità fino a pochi anni fa, pensa a potenziare l’incoming di nuovi produttori per rappresentare al meglio le capacità creative del settore legate a un prodotto durevole, avulso dai contenuti moda eccessivi e quindi con un lungo ciclo di vita.

«Non sono i nostri i capi quelli che si trovano a quintali nelle discariche. E le nostre produzioni sono certificate nero su bianco dai rapporti e dai bilanci di sostenibilità che ormai buona parte delle aziende mette in essere accettando la sfida di migliorare ogni anno. Siamo decisamente trasparenti ma forse questi aspetti non vengono ancora comunicati a sufficienza al consumatore finale, Milano Unica deve riflettere su questo tema».

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