Piano strategico del settore
Tessile, Moda e Accessori

Confindustria Moda. Presentato in Senato il documento in 7 punti

Paola Guabello

«La moda non è solo estetica, è economia reale, è lavoro, è territorio, è industria». Con il supporto della Liuc Business School, Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, ha presentato in settimana al Senato la fotografia del comparto moda, il secondo settore industriale del Paese, che oggi vive un momento denso di criticità che rischiano di minare la resilienza della filiera. «Dobbiamo preservare e trasformare un patrimonio produttivo unico che è parte della nostra identità nazionale. Il nostro settore non chiede assistenza, ma una strategia industriale di lungo periodo. Dobbiamo lavorare con le istituzioni per costruire un piano che metta al centro le persone, la sostenibilità, la tecnologia e la competitività internazionale. Trasformare la moda italiana non è un’opzione, è una responsabilità di ciascuno di noi a livello nazionale, perderla un rischio concreto. Non vogliamo avvenga quanto successo nell’automotive: la velocità negli interventi è necessaria».

Le associazioni confindustriali hanno in preparazione un documento che presenta una serie di soluzioni mirate.

Il Piano in preparazione definisce un percorso di trasformazione e rafforzamento competitivo per le imprese del settore. L’obiettivo è costruire una filiera moda sostenibile, tecnologica e circolare, mantenendo la leadership mondiale del Made in Italy.

Il documento si articola in sette capitoli d’intervento, che spaziano dalle misure urgenti di sopravvivenza alle azioni di medio-lungo periodo per l’innovazione e l’internazionalizzazione. Tra le priorità individuate il rifinanziamento di strumenti di liquidità e cassa integrazione; l’approvazione del decreto attuativo Epr tessile; la riduzione dei costi energetici per i comparti produttivi a monte; la tutela della competitività europea del Tessile/Moda; l’istituzione di un Centro Tecnologico Nazionale per la Moda del Futuro; di una Banca Mondiale della Fibra e dei Tessuti (Progetto Fibrae); di un Polo dell’Innovazione e del Made in Italy a Parigi; la formazione, welfare di filiera e ricambio generazionale; una legge di contrasto all’ultra fast fashion e Tavolo della Legalità di Filiera e un Piano Nazionale di Comunicazione sul Made in Italy.

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