Riciclo tessile, via ai test di raccolta

Il super partner A2A si occuperà della cernita e della separazione dei materiali anche con l’intelligenza artificiale. Il progetto attende la normativa Epr, Responsabilità estesa del produttore

Passo dopo passo, il Polo del riciclo a cui il Biellese, terra del tessile, ambisce fortemente, è sempre più vicino.

A2A, società multiservizi italiana nel settore ambiente ed energia (quotata alla Borsa di Milano) è il super-partner che si è presentato ufficialmente in questi giorni (anche se il dialogo è in corso da quando venne annunciato il progetto un anno fa) e che porta a terra l’operazione del Recycling Hub tessile. Con il primo operatore ambientale italiano per quantità di rifiuti raccolti, 13 mila dipendenti e quasi due miliardi di margine operativo lordo, l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino ha aggiunto infatti un attore di peso alla cordata già formata da Provincia, Camera di Commercio, Unione industriale e Confindustria Piemonte, Pointex, Tessile e Salute, Stiima Cnr e Its Tam, individuando nella struttura di Cavaglià il luogo per procedere.

«Siamo in continuo dialogo con il Ministero dell’Ambiente; c’è la necessità che venga definita al più presto la normativa dell’Epr» spiega Chiorino.

La metodica di gestione dei rifiuti e dell’inquinamento (Responsabilità Estesa del Produttore) è il percorso che le aziende dovranno seguire in futuro per progettare prodotti più riciclabili e processi di fabbricazione più sostenibili. Sarà in altre parole uno dei pilastri fondanti dell’economia circolare per chi produce.

«Dallo scorso anno è scaturita una serie di azioni importanti» prosegue l’assessore. «Un investimento al di fuori dei 22 milioni stanziati per il Polo, è stato fatto con l’Accademia Piemonte per il Tessile Abbigliamento Moda e Green Jobs. L’attività di formazione legata alle imprese della filiera preparerà infatti anche figure su questi temi. Il Recycling Hub, come un’azienda in tutto e per tutto, porterà non solo sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica e sarà collegato, a pochi chilometri di distanza alla capacità tecnologica, di Magnolab, che è un incubatore di ricerca già attivo e di prim’ordine».

Nel frattempo, su Biella, con Seab, Cosrab, Comune, e la stessa A2A, si è iniziato a strutturare un progetto pilota di raccolta differenziata dei rifiuti tessili non solo destinati al riuso (come avviene ora) ma anche al recupero di “materia”, sperimentazione che è prossima a partire.

«Oggi, a livello nazionale la raccolta attuale, è finalizzata prevalentemente al riuso e intercetta circa 160 mila tonnellate di rifiuti tessili all’anno; di lì si selezionano i capi che possono essere avviati al mercato nel “second hand” europeo, ma sono quantitativi limitati. Il resto esce dagli impianti di cernita comunque come prodotto, e viene venduto su mercati sempre più lontani fino a generare gli scarti che alimentano le grandi discariche incontrollate, per esempio quella in Ghana» spiega Marco Farina , responsabile Valutazione e Sviluppo Progetti di A2A.

«C’è poi un quantitativo che va disperso nell’indifferenziato, circa 1 milione di tonnellate (secondo il report Ispra). Il nostro obiettivo sarà quello di intercettare questo tipo di rifiuto che verrà lavorato nell’impianto pilota che abbiamo in mente. Abbiamo portato avanti nel frattempo uno scouting tecnologico con il nostro team di Innovazione sul riconoscimento automatizzato dei materiali e la separazione, ci sono processi basati su lettori ottici, che si avvalgono dell’intelligenza artificiale, in grado di riconoscere il tipo di tessuto, la fibra e il colore. Non vogliamo sostituirci a chi già opera sul filo riciclato, in particolare qui nel Biellese ci sono risultati eccellenti. Vogliamo porci nello step a monte che fornirà il materiale di partenza alle aziende».

In attesa di maggior chiarezza rispetto all’assetto normativo che regola la materia e del via libera del Ministero, è già pianificato anche l’obiettivo della prima fase del nascente impianto pilota di Recycling Hub di Cavaglià: quello di lavorare 5.000 tonnellate di scarti tessili ogni anno.

Conclude Chiorino: «Sarà fondamentale anche la partnership con Prato che ha peculiarità differenti da quelle biellesi: lavorare insieme vuol dire dare valore aggiunto alla capacità di riciclo a livello nazionale. La Regione ci crede ed è pronta ad investire».

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